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TELEVISORE REX MAIORCA 14" RX 202 TELEVISORE REX MAIORCA 14" RX 202 1978 ITALIA MOD :TELEVISORE REX MAIORCA 14" RX 202 Un po’ di storia…
La nascita dei televisori come elettrodomestici risale alla metà degli anni '30 negli Stati Uniti. I primi televisori, dotati di grossi tubi catodici sistemati in verticale, erano costituiti da mobili in legno con uno specchio obliquo posizionato nella parte alta che rifletteva l'immagine proveniente dal tubo catodico. Successivamente il tubo catodico venne posizionato in orizzontale e la visione avveniva direttamente sul video posto nella faccia anteriore del mobile. Questa nuova visione facilitò la visione collettiva e la diffusione della televisione come strumento di svago. In Italia la televisione arrivò dopo la Seconda Guerra Mondiale. Le forze riformiste, escluse dal governo e dalla politica, erano alla ricerca di formule operative in grado di riconciliare cultura e realtà. Tutto rifletteva il desiderio di ristabilire un rapporto conoscitivo attivo tra classe intellettuale e masse. Nel frattempo, la ripresa economica vide la crescente richiesta di oggetti che fossero simbolo di modernità e ricchezza. Il design si concentrò sul rinnovamento delle "forme dell'abitare" come simbolo del cambiamento profondo della società. La produzione di massa di prodotti di arredo innovativi sembrava un'occasione per superare le strozzature della cultura del paese e il suo livello di arretratezza. Televisori, frigoriferi, lavatrici divennero beni di consumo molto richiesti. Il design del tempo era interessato alla riduzione a forme semplici ma dinamiche, all'identificazione della struttura come segno portante dell'oggetto. Un modo di operare ancora architettonico, che affrontava il progetto di design come parte terminale di un progetto più ampio per arrivare, attraverso l'architettura, all'oggetto e all'utensile. Le linee aerodinamiche, la simmetria, la riduzione delle forme, l'impiego di materiali poveri e facilmente reperibili, l'adozione di tecnologie elementari, entrarono a far parte del codice stilistico dei designer e dell'industria italiana. In particolare, per i televisori, questo corrispose ad una ricerca di maggiore compattezza e di nuovi materiali. Le materie plastiche divengono scelta privilegiata dei designer per le loro qualità tattili, di infrangibilità, possibilità di colori, serialità. Saranno gli anni '60, con l'avvento del transistor, a rendere possibile la produzione di televisori più piccoli ed economici. Il primo modello di televisore a transitor fu della Sony nel 1959. Il primo televisore a transitor in Europa si ebbe nel 1962 su progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper per la Brionvega, era il Doney 14, vincitore del Compasso d'Oro. Rivoluzionario nell'aspetto e nei materiali ma anche nella componentistica interna, suddivisa in blocchi a seconda delle funzioni per facilitarne lo smontaggio e le riparazioni. Sempre Zanuso e Sapper firmano nel 1964 il modello Algol 11" il primo con cinescopio rettangolare da 11 pollici, con la sua caratteristica forma con lo schermo inclinato. Il prezzo originale nel 1965-67, escluse le batterie, era di L. 158.000.
rarissimo REX maiorca 14" RX202 78 Luigi Molinis
Inaugurazione: Sabato 18 giugno 2011, ore 18.30 “Luigi Molinis. Niente centrini sul televisore” è il titolo della esaustiva mostra dedicata all’architetto Luigi Molinis. Il termine "mostra" è utile alla comprensione ma certamente riduttivo, perché questo omaggio pordenonese a Molinis è la più completa raccolta di lavori dedicata al suo lavoro: un percorso che abbraccia le discipline del design, architettura, pittura, fumetto, scrittura, fornendo così, per la prima volta in assoluto, una visione tout court dell’opera di una delle poche persone che, nel territorio friulano, riescono a rivestire quella credibilità che all'architetto Luigi Molinis viene oggi riconosciuta. Raggiunti i settant'anni, la professionalità, lo spessore culturale e umano di Molinis vengono riconosciuti come punti di riferimento per l'intero nostro territorio. Pochi come lui sono riusciti, attraverso una costanza di pensiero e un'associata qualità dell'operato, a diventare un modello super partes apprezzato da tutti, in grado di dispensare valori e spunti per nuove sfide, indipendentemente dalla loro natura. La mostra pordenonese diventa cosí occasione per far comprendere appieno l'intero iter progettuale ed artistico di Molinis, ma soprattutto una concreta possibilità per rendere noto a livello nazionale il suo lavoro. “Niente centrini sul televisore” raccoglie centinaia di opere, fra oggetti di design, disegni, pitture inserite in un allestimento pensato come una sorta di labirinto, di trama, all’interno del quale tutte le esperienze dialogano fra loro. Il percorso espositivo non cerca di elencare didatticamente tutte le fasi e i periodi della carriera dell'architetto, bensì di rintracciare un file rouge comune a tutti gli ambiti in cui lui ha operato e che permetta di far comprendere appieno le manifestazioni del suo pensiero. Filo conduttore sono i disegni, quella continuativa e raffinata pratica che Molinis ha sempre portato avanti nel suo lavoro e che risulta perfetto collante fra tutti gli ambiti in cui ha operato. Le sezioni in mostra sono il design, con l'esposizione dei principali oggetti progettati da Molinis, accompagnati da prototipi, schizzi e disegni tecnici (grande rilievo alle collaborazioni con le aziende, sempre accuratamente selezionate da Molinis); l'architettura, con l’esposizione dei maggiori suoi progetti attraverso l'impiego di plastici, disegni e fotografie; il disegno e il fumetto; la pittura, con le sue grandi tele e la scrittura. Il percorso è inoltre arricchito da postazioni audio in cui la voce di Luigi Molinis accompagna il visitatore nella visione della mostra.