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Brionvega TV Black Box ST201 Anni '60 Zanuso Sapper - CUBO. Brionvega TV Black Box ST201 Anni '60 Zanuso Sapper.-CUBO ANNI 60 ITALIA /////////////////////////////////////////////////////////////////////////// A semiconduttori. Supereterodina (in generale) Gamme d'onda nelle note. Brionvega Black di Marco Zanuso e Richard Sapper Alimentazione a corrente alternata (CA) / 110-240 Volt AP magnetodinamico (magnete permanente e bobina mobile) PLASTICA Soprammobile compatto/con bordi arrotondati Storica azienda produttrice di apparecchi radiotelevisivi, Brionvega è stata tra le prime a dare impulso al design come elemento imprescindibile di un prodotto. I modelli Brionvega sin dal lontano 1945 si sono caratterizzati infatti per il loro stile. Celebri designer del calibro di Hannes Wettstein, Mario Bellini o Richard Sapper hanno lavorato con Brionvega per dare vita a modelli capaci di sintetizzare l’idea di usabilità e di bellezza estetica. Ogni prodotto Brionvega deve potersi adattare a ogni tipo di ambiente ed esigenza calandosi nel quotidiano dell’acquirente, ma donando un tocco di eleganza tecnologica e di classe riconoscibile. Il punto di partenza per Brionvega è dunque la conoscenza delle esigenze ergonomiche del prodotto considerato nel suo impiego; e ogni modello Brionvega deve realizzare la sintesi di affidabilità, facilità d’impiego e appeal tecno-estetico. Non a caso molti prodotti hanno letteralmente segnato un’epoca tanto da essere oggi esposti nei musei; si pensi al radioricevitore TS502, comunemente noto come “Cubo” o al Tv portatile Algol. Un successo che ha contribuito a diffondere il cosiddetto concetto di “bello italiano” come sintesi mirabile di produzione e creatività; successo che spinge Brionvega oltre i confini del suo mitico passato.
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La storia del design industriale: Marco Zanuso
Inserito in La storia del design industriale: Marco Zanuso
Marco Zanuso, designer e urbanista, è considerato tra i padri fondatori del design industriale italiano. Insieme al gruppo dello studio BBPR, ad Alberto Rosselli, a Franco Albini, a Marcello Nizzoli e ai fratelli Livio, Pier Giacomo e Achille Castiglioni, ha contribuito al dibattito nel dopoguerra sul “movimento moderno” nell’architettura e nel design. Zanuso è stato uno dei primissimi ad interessarsi ai problemi dell’industrializzazione del prodotto e all’applicazione dei nuovi materiali e tecnologie agli oggetti di uso comune.
Laureatosi nel 1939, fu redattore delle riviste Domus (1947-49) e Casabella (1952-54), e membro fondatore (1956) e presidente dell’ADI (1966-69). Insieme a Alberto Rosselli ha disegnato il Compasso d’oro tridimensionale, su disegno di Albe Steiner.
Nel 1948 la Pirelli fonda la Arflex, per produrre mobili imbottiti in gommapiuma: Marco Zanuso è incaricato a occuparsi del design.
Nel 1954 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Aldo Borletti, Cesare Brustio, Gio Ponti e Alberto Rosselli. Nel 1955 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Aldo Borletti, Cesare Brustio, Ernesto Nathan Rogers e Alberto Rosselli. Nel 1955 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Vico Magistretti, Augusto Magnaghi e Augusto Morello.
Dal 1957 inizia la sua collaborazione con Richard Sapper, con il quale realizzerà nel 1962 il televisore Doney (Brionvega), nel 1964 le seggioline K 1340 (Kartell) e nel 1967 il telefono Grillo (Siemens). All’interno della Brionvega la collaborazione dei due designer porta alla produzione, oltre che del televisore Doney, anche del televisore Sirius (1964) e del televisore Black (1969).
Ha insegnato al Politecnico di Milano dal 1961 al 1991. Fino al 1963 ha collaborato con Cini Boeri nel campo dell’architettura di interni.
Nel 1998 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Achille Castiglioni, Giuseppe De Rita, Marianne Frandsen, Fritz Frenkler, Sadik Karamustafa e Tomàs Maldonado.
Attività e riconoscimenti [modifica]
• 1947 Medaglia d’oro alla VIII Triennale di Milano
• 1951 Gran premio alla IX Triennale di Milano per la sedia Lady
• 1951 Medaglia d’oro alla IX Triennale di Milano
• 1954 Gran premio alla X Triennale di Milano
• 1954 Medaglia d’oro alla X Triennale di Milano
• 1956 Premio Compasso d’oro per la macchina per cucire superautomatica MOD. 1102 (F.lli Borletti)
• 1957 Medaglia d’oro alla XI Triennale di Milano
• 1962 Premio Compasso d’oro per il televisore DONEY con Richard Sapper (Brionvega)
• 1964 Premio Compasso d’oro per le seggioline K 1340 con Richard Sapper (Kartell)
• 1966 medaglia d’oro alla Biennale di Industrial Design di Lubiana
• 1966 medaglia d’oro del Ministero dell’Industria• 1967 Premio Compasso d’oro per l’apparecchio telefonico GRILLO con Richard Sapper (Siemens)
• 1964 Gran premio alla XIII Triennale di Milano
• 1979 Premio Compasso d’Oro per CONTROSOFFITTO per spazi aperti (Karl Steiner)
• 1979 Premio Compasso d’Oro per il ventilatore Ariante (Vortice Elettrosociali)
• 1984 Foreign Honor Academician dell’Accademia messicana del disegno di Città del Messico
• 1985 Premio Compasso d’Oro alla carriera
Nel dicembre 1948 fu incaricato degli arredi per l’opera in tre atti La famiglia Antropus (di Thornton Wilder), messa in scena presso il Piccolo teatro di Milano. Alla poltrona utilizzata per lo spettacolo, messa in produzione da Arflex nel 1978, Zanuso diede il nome dell’opera teatrale (Antropus).
Nel 1947 iniziò le prime sperimentazioni con la gommapiuma della Pirelli, che si tradussero nell’applicazione di questo materiale in sedute prodotte per la Arflex.
I suoi prodotti ottenero numerosi riconoscimenti (tra cui sette Compassi d’oro e sei premi della Triennale di Milano) e sono esposti presso il Museum of Modern Art di New York e presso la collezione permanente del design della Triennale (Martingala, Antropus, Lady, Tripoltrona, K49999, Fourline, Triennale, Woodline, Springtime, Square). Alla poltrona Fourline venne dedicato un francobollo nella serie sul design delle Poste Italiane. Oltre ad arredi domestici ha elaborato oggetti delle più diverse tipologie come radio, televisori, telefono e macchine per cucire.
Opere
Industrial design
• 1948 poltrona in tubo metallico (CMA)
• 1948 poltrona in tubo metallico sacca di tela armata in compensato e cuscini in gommapiuma (Nirvana)
• 1951 poltrona per esterni Crociera e sedia da giardino Bridge (Arflex)
• 1951 poltrona Lady (Arflex), nella quale si utilizzano per la prima volta la gommapiuma e nastri elastici prodotti dalla Pirelli[senza fonte];
• 1951 divano IX Triennale (Arflex)
• 1951 poltroncina Week-End (Arflex)
• 1951 branda pieghevole St-Moritz (Arflex)
• 1951 poltrona Senior (Arflex)
• 1952 poltrona Martingala (Arflex), prima poltrona sfoderabile, che utilizza tessuti presi dal settore dell’abbigliamento[senza fonte]
• 1952 divano Tripoltrona (medaglia d’oro della Triennale di Milano)
• 1954 divano Sleep-o-matic(medaglia d’oro della Triennale di Milano)
• 1955 piastrella SZi (Cedit)
• 1956 macchina da cucire (Borletti)
• 1956 frigoriferi e cucina (Homelight)
• 1957 macinacaffè Carosello (Subalpina)
• 1958 poltrona Milord (Arflex)
• 1958 poltrona Lambada (Gavina)
• 1959 frigorifero (Homelight)
• 1959 progetto di separatore d’olio (SIMA)
• 1960 XII Triennale di Milano: sedia sperimentale in lamiera stampata (Gavina)
• 1960 banco di scuola (Palini)
• 1960 poltrona Regent (Arflex)
• 1960 televisore Antares (Brionvega)
• 1960 posate (Concorso Reed and Burton)
• 1961 televisore Yades (Brionvega)
• 1961 poltrona in giunco Martingala (Bonacina)
• 1962 televisore Doney (Brionvega), primo televisore portatile in Europa con Richard Sapper
• 1962 poltrona Square (Techniform)
• 1963 tavolino e lampada da tavolo (Techniform)
• 1963 lampada a piede KD58 (Kartell)
• 1963 progetto di carrozzeria per Alfa Romeo
• 1964 filodiffusore (Siemens)
• 1964 televisore Ariel (Brionvega)
• 1964 Attaccabottoni (Necchi)
• 1964 libreria Cambridge (Techniform)
• 1964 poltrona Baronet (Arflex)
• 1964 giradischi a transistor (Brionvega)
• 1964 registratore (Brionvega)
• 1964 televisore Algol (Brionvega)
• 1964 poltrone Woodline e Fourline (Arflex)
• 1964 sedia per bambini K4999 (Kartell)
• 1964 televisore Sirius (Brionvega) con Richard Sapper
• 1965 macchinacaffè da bar Z8 (Rancilio)
• 1965 radio TS 502 (Brionvega)
• 1966 televisore Algol II (Brionvega)
• 1966 affilacoltelli (Necchi)
• 1966 poltrona, divano e tavolino serie Springtime (Arflex)
• 1966 mobili per cucina M5 (Elam)
• 1966 telefono Grillo (Siemens)
• 1967 sistema modulare Lombrico (C e B)
• 1967 televisori Alcione e Doney 12 (Brionvega)
• 1967 poltrona e divano serie Living (Arflex)
• 1968 piastrelle in ceramica (Cedit)
• 1968 bilancia pesapersone (Terraillon)
• 1968 televisore a colori 25 (Brionvega)
• 1969 televisione Black (Brionvega) con Richard Sapper
• 1969 serie direzionale Epoca (Arflex)
• 1969 lampada a fluorescenza Fungo (Lumenforum)
• 1969 progetto mobili per bambini (Tagliabue)
• 1969 contenitori e attrezzature per parete E6 (Elam)
• 1969 televisore a colori 24 (Brionvega)
• 1970 mangianastri RM305 (Brionvega)
• 1970 scrivanie per ufficio Cartesio (MiM)
• 1970 cassaforte Sfinge (Parma)
• 1970 seggiolina sovrapponibile e accostabile Miniscat (Elam)
• 1970 bilancia da cucina BA2000 (Teraillon)
• 1970 pesa lettere BA4000 (Teraillon)
• 1970 tavolo Marcuso (Zanotta)
• 1970 stilografica Hastil (Aurora)
• 1971 lampada Zanuso 275 (Oluce)
• 1973 Ariante (Vortice) selezionato per il Premio Compasso d’oro 1979
• 1974 accendisigari Saffa 5
• 1974 macchinacaffè da bar Z9 (Rancilio)
• 1979 Caffettiera “Carmencita” (Lavazza)
• 1985 maniglia Due Z per (Fusital)
• 1989 televisore Algol (Brionvega) ridisegnato
• 1995 servizio di posate Duna (Alessi)
Architettura e allestimenti
• 1948 VIII Triennale di Milano: ordinamento e allestimento Mostra dell’abitazione
• 1948 Palazzo per uffici a Milano
• 1952 Allestimento Negozio Arteluce a Milano
• 1954 Fabbrica ceramiche CEDIS Palermo
• 1955 sedi Olivetti a Buenos Aires e San Paolo del Brasile
• 1955 Allestimento Mostra del design italiano a Londra
• 1957 XI Triennale di Milano: ordinamento Mostra Industrial Design
• 1957 Sistemazione e arredamento Negozio Cedit a Milano
• 1958 Allestimento Mostra di stampe a Brera a Milano
• 1959 Allestimento stand Pirelli nella Mostra del ciclo e motociclo
• 1960 Progetto di casa prefabbricata (FEAL)
• 1960 Allestimento Mostra dei pionieri dell’aviazione civile a Milano
• 1960 Allestimento Mostra dell’ENI a Italia ‘61 a Torino
• 1960 Casa in via Laveno a Milano
• 1960 Casa in via XX Settembre a Milano
• 1962 Allestimento Mostra della macchina da cucire a Milano
• 1963 Allestimento Mostra Galilei a Milano
• 1964 casa per vacanze Arzale, nella baia di Arzachena
• 1965 Allestimento di un ambiente “soggiorno unifamiliare” alla mostra La casa abitata di Firenze
• 1966 Complesso a Casella (Asolo)
• 1967 Parcheggio a Milano
• 1967 Mostra personale Disegno industriale a Spoleto
• 1968 allestimenti Zoppas all’Eurodomus di Torino, alla Fiera Campionaria e all’Esposizione elettrodomestici di Milano
• 1968 Palazzo per uffici a Scarmagno• 1970 Allestimento Stand Brionvega alla Mostra internazionale Radiotelevisione (Milano)
• 1970 Allestimento Stand Elam al Salone del mobile (Milano)
• 1971 Unità di emergenza
• 1972 giardino del Paese dei Balocchi a Collodi
• 1972 palazzo dei congressi a Grado
• 1974 sede IBM a Milano
• 1982 stabilimento IBM a Roma
• 1998 nuova sede Piccolo teatro di Milano
Collezioni [modifica]
• Sedia Lambda al Museum of Modern Art di New York
• Sedia 4999 al Museum of Modern Art di New York
• Telefono Grillo al Museum of Modern Art di New York
• Televisione Black 201 al Museum of Modern Art di New York
• Ariante al Museum of Modern Art di New York
Bibliografia [modifica]
• François Burkhardt, Marco Zanuso. Design, Federico Motta Editore, 1994, ISBN 88-7179-082-0
• Aldo Colonnetti (a cura di) Grafica e Design a Milano 1933-2000, Editore Collana AIM - Abitare Segesta Cataloghi, Milano 2001.
• Design italia, pag 352/353 Claudia neumann - Rizzoli ISBN 88-17-86056-5
• Il design in Italia ( dellarredamento domestico) Giuliana Gramigna- Paola Biondi - Editore Umberto Alemandi pag 469,470,471,472,473,474,475e taggato con marco zanusio il 30/10/2010 08:00 da amati
Marco Zanuso, designer e urbanista, è considerato tra i padri fondatori del design industriale italiano. Insieme al gruppo dello studio BBPR, ad Alberto Rosselli, a Franco Albini, a Marcello Nizzoli e ai fratelli Livio, Pier Giacomo e Achille Castiglioni, ha contribuito al dibattito nel dopoguerra sul “movimento moderno” nell’architettura e nel design. Zanuso è stato uno dei primissimi ad interessarsi ai problemi dell’industrializzazione del prodotto e all’applicazione dei nuovi materiali e tecnologie agli oggetti di uso comune.
Laureatosi nel 1939, fu redattore delle riviste Domus (1947-49) e Casabella (1952-54), e membro fondatore (1956) e presidente dell’ADI (1966-69). Insieme a Alberto Rosselli ha disegnato il Compasso d’oro tridimensionale, su disegno di Albe Steiner.
Nel 1948 la Pirelli fonda la Arflex, per produrre mobili imbottiti in gommapiuma: Marco Zanuso è incaricato a occuparsi del design.
Nel 1954 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Aldo Borletti, Cesare Brustio, Gio Ponti e Alberto Rosselli. Nel 1955 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Aldo Borletti, Cesare Brustio, Ernesto Nathan Rogers e Alberto Rosselli. Nel 1955 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Vico Magistretti, Augusto Magnaghi e Augusto Morello.
Dal 1957 inizia la sua collaborazione con Richard Sapper, con il quale realizzerà nel 1962 il televisore Doney (Brionvega), nel 1964 le seggioline K 1340 (Kartell) e nel 1967 il telefono Grillo (Siemens). All’interno della Brionvega la collaborazione dei due designer porta alla produzione, oltre che del televisore Doney, anche del televisore Sirius (1964) e del televisore Black (1969).
Ha insegnato al Politecnico di Milano dal 1961 al 1991. Fino al 1963 ha collaborato con Cini Boeri nel campo dell’architettura di interni.
Nel 1998 è stato membro della giuria del Premio Compasso d’oro con Achille Castiglioni, Giuseppe De Rita, Marianne Frandsen, Fritz Frenkler, Sadik Karamustafa e Tomàs Maldonado.
Attività e riconoscimenti [modifica]
• 1947 Medaglia d’oro alla VIII Triennale di Milano
• 1951 Gran premio alla IX Triennale di Milano per la sedia Lady
• 1951 Medaglia d’oro alla IX Triennale di Milano
• 1954 Gran premio alla X Triennale di Milano
• 1954 Medaglia d’oro alla X Triennale di Milano
• 1956 Premio Compasso d’oro per la macchina per cucire superautomatica MOD. 1102 (F.lli Borletti)
• 1957 Medaglia d’oro alla XI Triennale di Milano
• 1962 Premio Compasso d’oro per il televisore DONEY con Richard Sapper (Brionvega)
• 1964 Premio Compasso d’oro per le seggioline K 1340 con Richard Sapper (Kartell)
• 1966 medaglia d’oro alla Biennale di Industrial Design di Lubiana
• 1966 medaglia d’oro del Ministero dell’Industria• 1967 Premio Compasso d’oro per l’apparecchio telefonico GRILLO con Richard Sapper (Siemens)
• 1964 Gran premio alla XIII Triennale di Milano
• 1979 Premio Compasso d’Oro per CONTROSOFFITTO per spazi aperti (Karl Steiner)
• 1979 Premio Compasso d’Oro per il ventilatore Ariante (Vortice Elettrosociali)
• 1984 Foreign Honor Academician dell’Accademia messicana del disegno di Città del Messico
• 1985 Premio Compasso d’Oro alla carriera
Nel dicembre 1948 fu incaricato degli arredi per l’opera in tre atti La famiglia Antropus (di Thornton Wilder), messa in scena presso il Piccolo teatro di Milano. Alla poltrona utilizzata per lo spettacolo, messa in produzione da Arflex nel 1978, Zanuso diede il nome dell’opera teatrale (Antropus).
Nel 1947 iniziò le prime sperimentazioni con la gommapiuma della Pirelli, che si tradussero nell’applicazione di questo materiale in sedute prodotte per la Arflex.
I suoi prodotti ottenero numerosi riconoscimenti (tra cui sette Compassi d’oro e sei premi della Triennale di Milano) e sono esposti presso il Museum of Modern Art di New York e presso la collezione permanente del design della Triennale (Martingala, Antropus, Lady, Tripoltrona, K49999, Fourline, Triennale, Woodline, Springtime, Square). Alla poltrona Fourline venne dedicato un francobollo nella serie sul design delle Poste Italiane. Oltre ad arredi domestici ha elaborato oggetti delle più diverse tipologie come radio, televisori, telefono e macchine per cucire.
Opere
Industrial design
• 1948 poltrona in tubo metallico (CMA)
• 1948 poltrona in tubo metallico sacca di tela armata in compensato e cuscini in gommapiuma (Nirvana)
• 1951 poltrona per esterni Crociera e sedia da giardino Bridge (Arflex)
• 1951 poltrona Lady (Arflex), nella quale si utilizzano per la prima volta la gommapiuma e nastri elastici prodotti dalla Pirelli[senza fonte];
• 1951 divano IX Triennale (Arflex)
• 1951 poltroncina Week-End (Arflex)
• 1951 branda pieghevole St-Moritz (Arflex)
• 1951 poltrona Senior (Arflex)
• 1952 poltrona Martingala (Arflex), prima poltrona sfoderabile, che utilizza tessuti presi dal settore dell’abbigliamento[senza fonte]
• 1952 divano Tripoltrona (medaglia d’oro della Triennale di Milano)
• 1954 divano Sleep-o-matic(medaglia d’oro della Triennale di Milano)
• 1955 piastrella SZi (Cedit)
• 1956 macchina da cucire (Borletti)
• 1956 frigoriferi e cucina (Homelight)
• 1957 macinacaffè Carosello (Subalpina)
• 1958 poltrona Milord (Arflex)
• 1958 poltrona Lambada (Gavina)
• 1959 frigorifero (Homelight)
• 1959 progetto di separatore d’olio (SIMA)
• 1960 XII Triennale di Milano: sedia sperimentale in lamiera stampata (Gavina)
• 1960 banco di scuola (Palini)
• 1960 poltrona Regent (Arflex)
• 1960 televisore Antares (Brionvega)
• 1960 posate (Concorso Reed and Burton)
• 1961 televisore Yades (Brionvega)
• 1961 poltrona in giunco Martingala (Bonacina)
• 1962 televisore Doney (Brionvega), primo televisore portatile in Europa con Richard Sapper
• 1962 poltrona Square (Techniform)
• 1963 tavolino e lampada da tavolo (Techniform)
• 1963 lampada a piede KD58 (Kartell)
• 1963 progetto di carrozzeria per Alfa Romeo
• 1964 filodiffusore (Siemens)
• 1964 televisore Ariel (Brionvega)
• 1964 Attaccabottoni (Necchi)
• 1964 libreria Cambridge (Techniform)
• 1964 poltrona Baronet (Arflex)
• 1964 giradischi a transistor (Brionvega)
• 1964 registratore (Brionvega)
• 1964 televisore Algol (Brionvega)
• 1964 poltrone Woodline e Fourline (Arflex)
• 1964 sedia per bambini K4999 (Kartell)
• 1964 televisore Sirius (Brionvega) con Richard Sapper
• 1965 macchinacaffè da bar Z8 (Rancilio)
• 1965 radio TS 502 (Brionvega)
• 1966 televisore Algol II (Brionvega)
• 1966 affilacoltelli (Necchi)
• 1966 poltrona, divano e tavolino serie Springtime (Arflex)
• 1966 mobili per cucina M5 (Elam)
• 1966 telefono Grillo (Siemens)
• 1967 sistema modulare Lombrico (C e B)
• 1967 televisori Alcione e Doney 12 (Brionvega)
• 1967 poltrona e divano serie Living (Arflex)
• 1968 piastrelle in ceramica (Cedit)
• 1968 bilancia pesapersone (Terraillon)
• 1968 televisore a colori 25 (Brionvega)
• 1969 televisione Black (Brionvega) con Richard Sapper
• 1969 serie direzionale Epoca (Arflex)
• 1969 lampada a fluorescenza Fungo (Lumenforum)
• 1969 progetto mobili per bambini (Tagliabue)
• 1969 contenitori e attrezzature per parete E6 (Elam)
• 1969 televisore a colori 24 (Brionvega)
• 1970 mangianastri RM305 (Brionvega)
• 1970 scrivanie per ufficio Cartesio (MiM)
• 1970 cassaforte Sfinge (Parma)
• 1970 seggiolina sovrapponibile e accostabile Miniscat (Elam)
• 1970 bilancia da cucina BA2000 (Teraillon)
• 1970 pesa lettere BA4000 (Teraillon)
• 1970 tavolo Marcuso (Zanotta)
• 1970 stilografica Hastil (Aurora)
• 1971 lampada Zanuso 275 (Oluce)
• 1973 Ariante (Vortice) selezionato per il Premio Compasso d’oro 1979
• 1974 accendisigari Saffa 5
• 1974 macchinacaffè da bar Z9 (Rancilio)
• 1979 Caffettiera “Carmencita” (Lavazza)
• 1985 maniglia Due Z per (Fusital)
• 1989 televisore Algol (Brionvega) ridisegnato
• 1995 servizio di posate Duna (Alessi)
Architettura e allestimenti
• 1948 VIII Triennale di Milano: ordinamento e allestimento Mostra dell’abitazione
• 1948 Palazzo per uffici a Milano
• 1952 Allestimento Negozio Arteluce a Milano
• 1954 Fabbrica ceramiche CEDIS Palermo
• 1955 sedi Olivetti a Buenos Aires e San Paolo del Brasile
• 1955 Allestimento Mostra del design italiano a Londra
• 1957 XI Triennale di Milano: ordinamento Mostra Industrial Design
• 1957 Sistemazione e arredamento Negozio Cedit a Milano
• 1958 Allestimento Mostra di stampe a Brera a Milano
• 1959 Allestimento stand Pirelli nella Mostra del ciclo e motociclo
• 1960 Progetto di casa prefabbricata (FEAL)
• 1960 Allestimento Mostra dei pionieri dell’aviazione civile a Milano
• 1960 Allestimento Mostra dell’ENI a Italia ‘61 a Torino
• 1960 Casa in via Laveno a Milano
• 1960 Casa in via XX Settembre a Milano
• 1962 Allestimento Mostra della macchina da cucire a Milano
• 1963 Allestimento Mostra Galilei a Milano
• 1964 casa per vacanze Arzale, nella baia di Arzachena
• 1965 Allestimento di un ambiente “soggiorno unifamiliare” alla mostra La casa abitata di Firenze
• 1966 Complesso a Casella (Asolo)
• 1967 Parcheggio a Milano
• 1967 Mostra personale Disegno industriale a Spoleto
• 1968 allestimenti Zoppas all’Eurodomus di Torino, alla Fiera Campionaria e all’Esposizione elettrodomestici di Milano
• 1968 Palazzo per uffici a Scarmagno• 1970 Allestimento Stand Brionvega alla Mostra internazionale Radiotelevisione (Milano)
• 1970 Allestimento Stand Elam al Salone del mobile (Milano)
• 1971 Unità di emergenza
• 1972 giardino del Paese dei Balocchi a Collodi
• 1972 palazzo dei congressi a Grado
• 1974 sede IBM a Milano
• 1982 stabilimento IBM a Roma
• 1998 nuova sede Piccolo teatro di Milano
Collezioni [modifica]
• Sedia Lambda al Museum of Modern Art di New York
• Sedia 4999 al Museum of Modern Art di New York
• Telefono Grillo al Museum of Modern Art di New York
• Televisione Black 201 al Museum of Modern Art di New York
• Ariante al Museum of Modern Art di New York
Bibliografia [modifica]
• François Burkhardt, Marco Zanuso. Design, Federico Motta Editore, 1994, ISBN 88-7179-082-0
• Aldo Colonnetti (a cura di) Grafica e Design a Milano 1933-2000, Editore Collana AIM - Abitare Segesta Cataloghi, Milano 2001.
• Design italia, pag 352/353 Claudia neumann - Rizzoli ISBN 88-17-86056-5
• Il design in Italia ( dellarredamento domestico) Giuliana Gramigna- Paola Biondi - Editore Umberto Alemandi pag 469,470,471,472,473,474,475Nascita del transistor
Nel novembre del 1954 venne commercializzato il primo apparecchio radio interamente a transistor. A guardare la storia della tecnologia da quel giorno ad oggi, sembra che non siano passati solo cinquant'anni, ma un tempo smisurato. Il transistor e i suoi derivati hanno infatti impresso allo sviluppo tecnologico un'accelerazione che non si era mai vista prima, nemmeno ai tempi della Rivoluzione Industriale o della nascita della Radio stessa. Oggi guardiamo con affetto e nostalgia alle prime "radioline" degli anni '50, che entrano a buon diritto nel mondo della radio d'epoca, e guadagnano un posto di assoluta dignità a fianco delle loro calde ed ingombranti "sorelle" a valvole. Coloro che hanno l’età per ricordare quegli anni, memorabili anche per tanti altri motivi, non possono certamente dimenticare il primo “contatto” con uno di quei curiosi oggetti variopinti, allora chiamati affettuosamente “radioline a transistor” o semplicemente “transistor”, scatolette di plastica abbellite da qualche fregio cromato e racchiuse in una lussuosa custodia in cuoio, che col loro peso di poche diecine di grammi erano in grado di sintonizzarsi con precisione su tante stazioni senza diventare neppure leggermente tiepide, ma diffondendo quel “profumo” di elettronica che ci sarebbe diventato in seguito tanto familiare. A fianco ai “transistor” tascabili, poi, c’erano – o arrivarono subito dopo – i “transistor” portatili, col mobiletto in legno rivestito in tela plastificata o “vinilpelle”, provvisti di antenna telescopica e maniglia per il trasporto, che con le loro pile a lunga durata e un altoparlante di grande diametro assicuravano un suono di buona qualità, quasi comparabile con quello delle agguerrite concorrenti a valvole. Iniziò così una guerra, destinata a protrarsi per oltre un decennio, nella quale ogni giorno la nuova tecnologia rubava terreno alla vecchia, fino a soppiantarla del tutto e a renderla obsoleta e inutile. Qualcosa del genere capiterà tante altre volte negli anni a seguire, sempre a causa del transistor, che sotto altra veste causerà dapprima la “morte” delle calcolatrici meccaniche, e successivamente quella delle gloriose macchine da scrivere, col conseguente crollo finanziario di numerose aziende storiche che basavano i loro affari sulla meccanica di precisione e non ebbero la prontezza di riconvertirsi. Nascita del transistor Il transistor nasce in America alla fine del 1947. E’ frutto di una lunga ricerca condotta presso i Bell Laboratories da Shockley, Bardeen e Brattain, che per questo risultato guadagneranno il premio Nobel nel 1956. La storia comincia negli anni precedenti la II Guerra Mondiale, quando alcuni ricercatori, studiando le caratteristiche del silicio scoprirono l’esistenza di due diversi tipi di semiconduttore, quello di tipo “N” e quello di tipo “P”, a seconda di certe impurità contenute nel reticolo cristallino. Fu subito chiaro che questa ricerca avrebbe potuto condurre a utili applicazioni, tanto che il giovane ricercatore William Shockley ebbe a dichiarare nel 1939: “Sono certo che un amplificatore che faccia uso di semiconduttori al posto dei tubi a vuoto sia in linea di principio possibile”. Sfortunatamente la guerra interruppe le ricerche in questo settore, e fu solo nel 1945 che venne ristabilito presso i Bell Labs un gruppo di lavoro sui semiconduttori, capeggiato da Shockley. Nei due frenetici anni successivi il gruppo concentrò le sue ricerche sul germanio, invece del silicio utilizzato prima della guerra, e finalmente il 23 dicembre 1947 i tre ricercatori poterono presentare al mondo intero un dispositivo amplificatore completamente nuovo, nella forma di un antiestetico intreccio di fili montati su un supporto di plexiglas. Le caratteristiche dei primi transistor non erano certo entusiasmanti: il coefficiente di amplificazione era piuttosto scarso, il comportamento alle alte frequenze largamente deludente, e l’affidabilità complessiva lasciava molto a desiderare. Ciononostante le grandi industrie cominciarono quasi immediatamente la produzione di proprie serie di transistor, soprattutto in vista di applicazioni particolari, in cui la miniaturizzazione e il basso consumo fossero elementi determinanti per il progetto. Dunque all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, le principali aziende americane già attive nel campo dei tubi elettronici (RCA, Sylvania, Raytheon,), mantenevano una linea di produzione di dispositivi a semiconduttore, senza peraltro “spingere” troppo, e senza inserirli in prodotti di largo consumo, soprattutto per evitare di rischiare sulla propria immagine. L’unica tra le grandi industrie a lavorare seriamente ad una applicazione che favorisse il lancio commerciale del transistor era la Texas Instruments (TI), azienda leader nel settore dei semiconduttori. Di fatto già nel 1953 gli ingegneri della TIavevano messo a punto un progetto di ricevitore tascabile interamente a transistor. I prototipi, pur perfettamente funzionanti, denotavano però alcuni problemi dovuti alla necessità di selezionare i transistor da installare in ciascuno stadio, a causa dell’alta variabilità delle caratteristiche di ciascun elemento. Ciò faceva lievitare il prezzo del prodotto finito a livelli improponibili, data l’alta percentuale di lavoro manuale necessaria per la produzione e messa a punto di ciascun esemplare. Intanto, una giovane azienda di Indianapolis, la I.D.E.A. (Industrial Development Engineering Associates), nata dall’associazione di alcuni ex dipendenti dell’RCA, stava a sua volta cercando un proprio sbocco commerciale, con prodotti che non la mettessero in diretta concorrenza con le grandi Case. Già attiva nel campo dell’elettronica con un amplificatore d’antenna per TV, nel 1954 fondò una divisione nuova, cui venne dato il nome di REGENCY, con lo scopo di sviluppare e brevettare nuovi dispositivi in campo elettronico. Il presidente dell’IDEA, Ed Tudor, fu entusiasta all’idea di iniziare la produzione di un ricevitore tascabile a transistor, partendo dal presupposto che con l’avvento della guerra fredda con l’Unione Sovietica, in previsione di un attacco nucleare la radio a transistor avrebbe potuto rappresentare un elemento essenziale per la sopravvivenza. Fu l’ingegnere capo della Regency, Dick Koch, a sviluppare l’idea che mancava alla TI per rendere commerciabili i suoi apparecchi a transistor. Con le modifiche di Koch il progetto della TI diventava insensibile alle caratteristiche intrinseche dei componenti utilizzati, che quindi potevano essere montati e saldati direttamente sulla piastrina a circuito stampato senza alcun altro intervento umano. Inoltre il numero dei transistor scendeva da sei a quattro, con un conseguente ulteriore calo di costo alla produzione. Una terza azienda, la PAINTER, TEAGUE & PETERTIL, specializzata in design industriale, fu incaricata di progettare il contenitore in materiale plastico colorato, da realizzarsi per semplice stampaggio a caldo, senza alcuna successiva lavorazione meccanica (fresatura, lucidatura o altro). Il primo transistor, presentato presso i Bell Labs nella storica data del 23 dicembre 1947. Il transistor nasce in America alla fine del 1947. E’ frutto di una lunga ricerca condotta presso i Bell Laboratories da Shockley, Bardeen e Brattain, che per questo risultato guadagneranno il premio Nobel nel 1956. La storia comincia negli anni precedenti la II Guerra Mondiale, quando alcuni ricercatori, studiando le caratteristiche del silicio scoprirono l’esistenza di due diversi tipi di semiconduttore, quello di tipo “N” e quello di tipo “P”, a seconda di certe impurità contenute nel reticolo cristallino. Fu subito chiaro che questa ricerca avrebbe potuto condurre a utili applicazioni, tanto che il giovane ricercatore William Shockley ebbe a dichiarare nel 1939: “Sono certo che un amplificatore che faccia uso di semiconduttori al posto dei tubi a vuoto sia in linea di principio possibile”. Sfortunatamente la guerra interruppe le ricerche in questo settore, e fu solo nel 1945 che venne ristabilito presso i Bell Labs un gruppo di lavoro sui semiconduttori, capeggiato da Shockley. Nei due frenetici anni successivi il gruppo concentrò le sue ricerche sul germanio, invece del silicio utilizzato prima della guerra, e finalmente il 23 dicembre 1947 i tre ricercatori poterono presentare al mondo intero un dispositivo amplificatore completamente nuovo, nella forma di un antiestetico intreccio di fili montati su un supporto di plexiglas. Il nome transistor (combinazione di TRANSconductance varISTOR) fu suggerito da un altro ingegnere dei Bell Labs. La teoria che sta alla base del funzionamento dei transistor (teoria delle bande nei semiconduttori) è piuttosto complessa, difficilmente semplificabile come si usa fare per spiegare il funzionamento delle valvole. Il primo transistor (detto anche “triodo a stato solido”), è un diretto discendente del diodo a semiconduttore, a sua volta derivato dai classici rivelatori a galena conosciuti fin dai primi anni del secolo scorso. Il diodo a cristallo è basato su un pezzetto di cristallo di germanio su una superficie del quale viene collegato un conduttore (terminale di catodo), e sull’altra superficie viene realizzato un contatto a “baffo di gatto” con un filo sottilissimo (terminale di anodo), realizzando così una “giunzione” dalle proprietà rettificatrici per la corrente elettrica. La corrente può fluire con facilità dall’anodo verso il catodo, ma non viceversa. Il transistor originale a punte di contatto era basato su una tecnologia simile; consisteva in una piastrina di germanio, detta base, a una faccia della quale era connesso un elettrodo, mentre sull’altra faccia erano poggiati altri due sottili elettrodi a punta: uno era detto emettitore (o anche “emittore” dall’inglese emitter), l’altro collettore. In questo modo si avevano due punti di contatto, quello tra base ed emettitore e quello tra base e collettore. Il ben noto simbolo grafico del transistor deve la sua origine proprio alla configurazione iniziale.
Brionvega è, senza alcun dubbio, una di quelle marche italiane che hanno lasciato il segno nella storia del design mondiale e che, ancora oggi, vivono nella passione degli appassionati collezionisti di Modernariato in tutto il mondo. Fondata a Milano nel 1945 da Giuseppe Brion e l’amico ingegner Pajetta con il nome B.P.M., si occupava inizialmente di produzione di componenti elettrici ed elettronici per poi specializzarsi nella realizzazione di apparecchi radiotelevisivi con il nome prima di B.P.Radio, poi di Radio Vega Television ed infine, negli anni ’60 di Brionvega. Nel dopoguerra in Italia era arrivata la radio e nel 1954 arrivò anche il televisore con l’inizio delle trasmissioni RAI: Brionvega era pronta alla sfida e cominciò una lunga produzione di televisori e apparecchi radio, tutti accomunati dall’inscindibile unione di ottimo design e avanzatissima tecnologia. Fin da subito Brion e Pajetta chiamano alla loro corte i migliori architetti dell’epoca che danno forma a televisori dal design avveniristico e intramontabile con un occhio sempre attento alla loro usabilità ed inseribilità nell’ambiente casalingo. Rodolfo Bonetto e Franco Albini sono i primi designers a cimentarsi con il marchio realizzando tra gli altri il TV Cristallo 23” (Bonetto, 1959/60) e il TV Orion 23” (Albini-Helg, 1961). Arriva il boom economico e negli anni ’60 la domanda di apparecchi televisivi aumenta a dismisura, consacrando il televisore a punto imprescindibile di ogni salotto. La televisione diventa per Brionvega non solo oggetto di culto tecnologico, ma vero e proprio pezzo di arredo. Sono i designer Marco Zanuso e Richard Sapper a realizzare i pezzi storici del catalogo Brionvega: il TV DONEY 14” (Zanuso-Sapper, 1962), dall’originale forma a dado arrotondato, primo televisore portatile a transistor prodotto in Europa, insignito nel 1962 del prestigioso premio “Compasso d’Oro”. Poi il TV ALGOL 11” (Zanuso-Sapper, 1964), caratterizzato dallo schermo inclinato (Zanuso proprio per questo lo paragonerà ad un cagnolino che guarda in su il suo padrone) e dalla maniglia in metallo estraibile, presto esposto nei più famosi musei internazionali, quali il MOMA (Museum of Modern Art) di New York. E ancora la radio TS 502 (Zanuso-Sapper, 1964), con il suo “guscio” costituito da due scocche cubiche, a spigoli arrotondati, incernierate in modo da aprire e chiudere l’apparecchio. Già solo questi tre pezzi fanno entrare Brionvega nell’Olimpo del design, ma non è certo finita, tanti altri pezzi storici costituiscono oggetti di assoluto riguardo. Non dimentichiamo infatti anche il televisore SIRIUS (Zanuso, 1964), utilizzato come monitor alla RAI nel 1966, il TV DONEY 12” (Zanuso-Sapper, 1967), evoluzione del Doney 14”, ed il TV BLACK ST 201 (Zanuso-Sapper, 1969), uno dei primi televisori di piccole dimensioni concepiti più come pezzi di arredo che come semplici portatili. I fratelli Castiglioni firmano poi il radiofonografo stereofonico RR 126 (1966), dalla forma antropomorfa, da comporre in tre configurazioni diverse, uno dei pezzi più ricercati dai collezionisti di modernariato. Negli anni ’70 inizia la collaborazione con Mario Bellini che realizza altri capolavori assoluti, come il TV ASTER (1970), il MONITOR 15” (1978), lo SPOT 15” (1978), che introduceva la prima funzione di sintonia automatica a 100 canali e il TV ALTA FEDELTA’ 26” (1979), che continuava la tradizione Brionvega di unire grande design a tecnologia assoluta, con prestazioni in questo caso di alta fedeltà non solo per l’immagine ma soprattutto per il suono. Arrivano gli anni ’80 e in Italia nasce il gruppo Memphis, continua l’uso di materiali plastici dai colori sgargianti e Brionvega si affida questa volta al grande Ettore Sottsass, ideatore della serie limitata di televisori MEMPHIS realizzati in omaggio ovviamente all’omonimo gruppo. Brionvega è già mito: inizia la riedizione di modelli storici da parte degli stessi designer che li hanno creati: Zanuso ridisegna il TV ALGOL 11” (1989) nelle varianti bianco e blu ora completo di telecomando, Bellini progetta il TV LED 20” (1980), derivato dal modello SPOT. E’ la volta di Lucci e Orlandini, due designer allievi di Zanuso che progettano il CORO PANSOUND (1983) ed il SINTESI (1988), dal particolare sistema di casse orientabili e componibili in punti diversi dell’ambiente, per ottimizzare al massimo l’acustica. Ancora una volta Brionvega rimane sinomico di HI-Tech e Design. Bellini disegna per Brionvega anche negli anni ’90 e sforna altri capolavori come il TV BEST 15” (1990), dal particolarissimo involucro triangolare posteriore, il QUADRO 25” (1992), precursore del flat-square screen che oggi ben conosciamo e lo stupendo GLASS CUBE (1992), un cubo in cristallo trasparente e riflettente, un pezzo di arredo semplicemente incredibile che diventa anche televisore una volta acceso.