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RADIO PHILIPS MOD BI 310 BI A RADIO PHILIPS MOD bi 310 BI- A 1951 ITALIA CINQUE : ECH42 EF41 EBC41 EL41 AZ41 /////////////////////////////////////////////////////////////////////////// Supereterodina (in generale 468 kHz; 2 Stadi AF6 Circuiti Mod. Amp. (AM) Onde medie (OM) e 2 gamme di onde corte (2 x OC). Model: BI-310A Alimentazione a corrente alternata (CA) / 110; 125; 140; 150; 170; 220 Volt AP magnetodinamico (magnete permanente e bobina mobile) / Ø 15 cm = 5.9 inch BACHELITE Bachelite Soprammobile compatt 918: Founded in Milano (MI), Corso Venezia, by A.C.M. van Eyk and Charles Nossent, as 'Philips Società Anonima Italiana'. 1923: Via Pantano, Milano. Sales of imported incandescent lamps. 1928: Production of incandescent lamps in the new plant at Alpignano (TO). 1949: New adress Milano, Piazza IV. 1958: A dedicated plant in Monza (MI), Via Casati, for construction and manufacturing of cathode-ray television tubes. 1968: In order to compete in the market of large domestic appliances, Philips Italy enters in participation with IGNIS (Industrie Riunite Elettrodomestici Spa). In the Monza factory the millionth produced television apparatus in Italy. 1969: Fully automated stock building in Desia (MI). 1983: The factory in Monza was moved to Via Philips. 1988: Monza becomes the center for the professional divisions. 1997: It begins the plan "All in One" that previews the transfer of all the business to the new center in the Via Lineages at Milano. 1999: The center of Monza becomes the headquarter of Philips Italy. PHILIPS (Casa madre) Nel 1891 i fratelli Gerard e Anton Philips fondano ad Eindhoven, in Olanda, la "Koninklijke Philips Electronics N.V." (Reale Philips Elettronica) per la produzione di lampadine elettriche. L'azienda cresce rapidamente e nel 1910 è già la prima azienda olandese con oltre 2.000 lavoratori. Successivamente l'azienda si specializza nella produzione di apparecchi elettromedicali, e nel 1918 presenta il primo tubo a raggi X. Nel 1927 si specializza nella produzione di apparecchi radiofonici, ma la prima vera innovazione arriva nel 1939 con la produzione dei rasoi elettrici Philishave. Nel secondo dopoguerra arrivarono altri successi, con i primi televisori (sperimentazione avviata nel 1925), il lancio delle musicassette (1963) e la produzione del primo circuito integrato (1965). Nel corso degli anni settanta e ottanta, vengono acquisite le aziende dell'elettronica statunitensi Magnavox (1974), Signetics (1975), Philco (1981), la divisione lampade della Westinghouse Electric (1983) e della Sylvania (1983). Nel 1982 viene lanciato insieme alla Sony il primo lettore di Compact disc, e l'anno successivo entra nel settore delle telecomunicazioni con una joint-venture con la statunitense AT&T (AT&T/Philips). Nel 1982 acquisisce il controllo della tedesca Grundig (in cui era entrata nel 1972), che sarà poi ceduta nel 1993. Nel 1988 viene venduta la divisione discografica "PolyGram". Negli anni novanta avviene la cessione della divisione elettrodomestici e abbandonata la joint-venture con la AT&T. Nel 1992 viene immesso sul mercato il primo CD-i e il Video CD, inoltre è tra le prime a sviluppare la Tv ad alta definizione. Successivamente viene ceduta la divisione informatica. Nel 1999 Philips crea una joint venture con la LG Electronics (LG Display) per la produzione di tubi catodici e successivamente di pannelli LCD (uscendone definitivamente nel 2009). Nel 2001 viene completato il trasferimento della sede dell'azienda da Eindhoven ad Amsterdam. Nel dicembre del 2005, con la separazione dalla casa madre della divisione produttiva dei semiconduttori, viene creata la "NXP Semiconductors", che sarà poi ceduta nel 2006. Nello stesso anno insieme alla Sony viene lanciato sul mercato il primo Blu-ray, nel 2009 Philips lancia il primo televisore LCD Full HD in formato 21:9 (Philips Cinema 21:9 TV), sviluppato per la visualizzazione sia di Blu-ray che di DVD. Nello stesso anno ha avviato la produzione dei televisori a tecnologia LED, Nel 2009 il gruppo olandese conta oltre 127 stabilimenti sparsi in 29 paesi, numerose filiali commerciali in oltre 100 paesi, 7 laboratori di ricerca (in cui la società è attiva dal 1914) e detenendo 48.000 brevetti registrati, 35.000 marchi registrati, 56.000 diritti di design e 3.100 domini PHILIPS in Italia. La presenza di Philips in Italia risale al 1918 quando a Milano, in Corso Venezia, viene fondata la “Philips Società Anonima Italiana”. L'azienda, da semplice filiale commerciale si ingrandsce rapidamente e nel 1928 rileva lo stabilimento di produzione di lampadine di Alessandro Cruto ad Alpignano (TO), trasformandolo nel primo stabilimento italiano Philips. Nel 1949 viene aperta la nuova sede a Milano in Piazza IV Novembre 3. Nel 1958 viene aperto a Monza, in Via Casati, un nuovo stabilimento per la produzione di cinescopi e successivamente di televisori (che rimarrà attivo fino al 1996). Nel 1970 viene aperto lo stabilimento di Bari, per la produzione di apparecchi medicali. Nel 1969 la Philips Italia acquisisce la FIMI (più nota come Phonola) e nel 1970 la Ignis (marchio italiano di elettrodomestici). Nel 1999, la sede centrale della Philips Italia si trasferisce in Via Casati 22 a Monza. Nel 2009 Philips Italia acquisisce il controllo della Saeco (produttrice di macchine da caffè) e della Ilti Luce (leader nell'applicazione delle tecnologie luminose LED).
Storia della valvola
Visto che l'articolo con i consigli sull'uso delle valvole continua ad essere un "best-seller" di wguitars, mi sono documentato ed ho pensato di proporvi un po' di storia della valvola, come nasce e si sviluppa, per capire su quali principi funziona e rendere un po' meno oscura l'apparente complessita' di questi aggeggini magici in vetro e metallo! L'origine della valvola va' ricercata nel periodo in cui Thomas Edison, dopo aver realizzato con successo la prima lampadina a filamento, si chiese cosa sarebbe successo se avesse aggiunto un elemento conduttore nel bulbo della lampadina. Usando un misuratore di corrente, Edison trovo' che, pur non essendo fisicamente connessi, vi era un flusso di corrente tra gli elettrodi. Piu' tardi si sarebbe osservato anche che dando una carica positiva all'elettrodo, chiamato placca (Plate), la corrente aumentava in maniera significativa. Nel 1901, uno studio riporta come, aumentando il livello energetico all'interno del bulbo il movimento degli elettroni aumenta. Un modo per farlo e' aumentando la temperatura degli elettrodi, da cui le "emissioni termoioniche" e piu' tardi "valvola termoionica". Quando poi la temperatura e' sufficientemente alta, gli elettroni sufficientemente veloci, sfuggono alle loro orbite e si allontanano dal metallo; questo e' il principio alla base del funzionamento della valvola. Un altra cosa interessante e' che quando gli elettroni si allontanano dal metallo (emettitore/emitter) vanno a formare una sorta di "nuvola di elettroni"; a causa di questo l'emitter diventa nettamente positivo (meno elettroni nel metallo = piu' elevata carica positiva) e cerca di riattirare a se' gli elettroni sfuggiti. Siccome pero' la carica della nuvola e dell'emettitore sono in equilibrio, la carica finale e' uguale a zero. Ancora, all'aumentare del calore aumenta il numero degli elettroni nella nuvola e anche l'energia potenziale che li accompagna. Una digressione teorica per chi non e' addentro all'elettronica: un elettrone convenzionalmente ha carica negativa (-) e, sempre convenzionalmente, tende a viaggiare dal polo negativo (-) al polo positivo (+). Tanto maggiore e' la differenza di potenziale tra i due poli, tanto maggiore e' l'energia che attira l'elettrone, tanto piu' esso viaggia veloce e con forza. Fine digressione. Il tipo di valvola piu' semplice e' il cosidetto triodo, formato da un elettrodo caldo, detto "catodo", uno freddo detto "placca" e una "griglia", una rete di sottili filamenti posta tra catodo e placca. Siccome un piccolo cambiamento di voltaggio della griglia genera una grossa modifica nel flusso di elettroni tra catodo e placca, si rende cosi' possibile ottenere un'amplificazione. Si e' osservato che dando una carica negativa alla griglia si rallenta il flusso di elettroni, fino a fermarlo. Questo voltaggio negativo della griglia e' definito come il "BIAS". Cio' avviene perche' di suo l'elettrone lascia il catodo per andare verso la placca, ma incontrando una carica negativa sul suo percorso data dalla griglia viene respinto verso il catodo da cui era partito. In questo modo si puo' controllare quanto passaggio di corrente avviene all'interno della valvola. Ma non e' certo finita. Un triodo ha problemi dovuti al cosidetto "effetto Miller"; la griglia introduce una certa capacita', come se fosse un condensatore, e questa aumenta all'aumentare dell'energia. Per evitare questo effetto si aggiunge una seconda griglia (screen grid, grid 2 o G2) a cui viene data una carica positiva minore ripetto a quella della placca. Il risultato e' che la G2 lavora insieme alla placca nell'attirare gli elettroni. La capacita' risulta ridotta per via della superficie trascurabile della G2 (che e' una rete finissima) che e' anche la prima fonte di attrazione, lasciando la placca libera da influenze. Cosi' si e' ottenuto il tetrodo. Ma un altro problema sorge a questo punto ed e' quello delle "emissioni secondarie". Gli elettroni che viaggiano da catodo a placca sono molto veloci e possiedono molta energia. Cosi', quando arrivano a colpire la placca, rimbalzano e colpiscono anche gli elettroni vicini, come in un biliardo. Tutto questo puo' portare ad un effetto a catena che determina una generazione di corrente secondaria. Per porvi rimedio si monta una terza griglia detta di soppressione (G3, Grid 3 o suppressor grid) tra la placca e la G2. Normalmente la G3 e' collegata direttamente a massa, ottenendo di essere sempre negativa rispetto alla placca. Dal momento che la superficie della G3 e' trascurabile, gli elettroni passano e colpiscono la placca senza problemi; quelli che rimbalzano hanno un basso potenziale e poca energia cinetica quindi, tentando di tornare verso la G2 che e' positiva, vengono respinti dalla G3 negativa e sono costretti a tornare verso la placca, annullando di fatto le dispersioni. Questo tipo di valvola e' detto "pentodo". Le valvole pensate per i circuiti di potenza sono pentodi, piu' larghe e grandi dei normali triodi usati ad esempio negli stadi di preamplificazione, ma con una differenza; al posto della griglia di soppressione usano le "beam forming plates". Sono internamente connesse al catodo, entrambi connessi a massa e sono realizzate in un modo tale da canalizzare il flusso di corrente in due canali distinti e canalizzati. Lavorano come una griglia di soppressione senza essere una griglia. Fanno parte di questa famiglia di valvole le EL34, EL84, 7591A eccetera.