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RADIOMARELLI VERTUMNO 1934 RADIOMARELLI VERTUMNO 1934 1934 ITALIA CINQUE: 6A7 78 75 41 80 /////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////// SUPERETERODINA ONDE MEDIE ONDE LUNGHE E CORTE Model: Vertumno 11 - Marelli Radiomarelli; Sesto Alimentazione a corrente alternata (CA) / 110, 160, 220 Volt -altoparlante presente ma di tipo ignoto. Mobile in legno Soprammobile basso, con andamento orizzontale 455 x 285 x 240 mm https://www.radiomuseo.it/radiomuseo.mp4
Marelli (Radiomarelli); Sesto San Giovanni (MI) (I) Abbreviazione: marelli Prodotti: modelli Riassunto: Radiomarelli; Sesto San Giovanni (Milano) Fondata: 1929 Produzione di radio: 1930 - 1972 Storia: La RADIOMARELLI è sorta il 19 novembre 1929, per volontà del Sen. Gianni Agnelli e dall'On. Benni, presidente della ERCOLE MARELLI & C., e dal Com. Quintavalle consigliere delegato della FABBRICA ITALIANA MAGNETI MARELLI. I primi modelli radio di questa marca vennero prodotti con brevetti americani,in uno stabilimento della MAGNETI MARELLI. Molti di questi assomigliano a radio americane di marca American Bosch, gli stessi logo e slogan commerciale. Successivamente avviò anche una progettazione autonoma di apparecchi radio e televisori. In questo periodo Enrico Fermi ricopre il ruolo di Direttore Generale dei laboratori scienza e ricerca della Magneti Marelli. Nell'aprile del 1930 in occasione della Fiera di Milano, fu esposto il primo apparecchio il MUSAGETE I, che venne messo in vendita nel giugno 1930. Come molte altre industrie elettrotecniche italiane, Radiomarelli conobbe un lungo sviluppo, con diversi marchi commerciali e una rete di servizio capillare in Italia, che finì per arrestarsi dopo il miracolo economico e trasformarsi in declino. Nel 1972 viene abbandonata la produzione di radio e TV, anche se si continua la vendita. Il marchio Radiomarelli, nel 1975, venne ceduto dalla Magneti Marelli alla Seimart Elettronica, per poi venire riacquistato nel 2003 e destinato alla produzione di prodotti multimedia. Sconosciuta la proprietà del marchio.
La qualità delle valvole del passato È veramente difficile fornire concetti guida che siano sempre validi per il riconoscimento di valvole di qualità, ma cercheremo comunque di dare notizie utili al riguardo. In generale, le valvole di produzione americana sono sempre di qualità elevata. Un marchio che è stato sempre ben commercializzato in Italia (precisamente a Firenze dalla organizzazione GEB) era la General Electric: il livello qualitativo di questo produttore, così come il prezzo delle sue valvole, era sempre più elevato rispetto alle corrispondenti produttrici europee. Difficilmente una valvola G.E. risultava difettosa ed anche la durata era estremamente lunga. Detto questo, l'appassionato non deve però fidarsi ciecamente poiché verso gli anni '80, quando le scorte di magazzino terminarono, la G.E. produsse alcuni tipi di valvole in altri paesi, senza che questo venisse specificato né sul tubo e neppure sulla scatola. Questi tubi risultano avere caratteristiche nettamente inferiori rispetto ai tubi di vecchia produzione e ciò costituì motivo di confusione poiché, come già detto, il paese di provenienza non risultava impresso sulla valvola. A parte queste valvole, anche molti altri costruttori affidarono la costruzione a ditte estere dove il costo della manodopera era molto più basso. Perciò è fondamentale per l'utente capire l'anno di produzione, poiché questo può cambiare notevolmente le cose. Attualmente sono reperibili valvole 6550 marcate G.E. di costruzione anni '90: esse sono prodotte negli Stati Uniti, ma dalla MPD sotto licenza G.E. e dunque non sono G.E Un altro fattore di cui tenere conto è quello relativo al livello qualitativo assoluto delle valvole stesse, in altre parole del fatto che si tratti di tubi di prima scelta, di seconda scelta, ecc. Potremmo ragionevolmente affermare, senza problemi di smentita conoscendo personalmente l'ex importatore della G.E. stessa, che le valvole di questo marchio presenti allora sul mercato italiano erano tutte di prima scelta (naturalmente escludendo tutte quelle non prodotte negli Stati Uniti). Anche il marchio Sylvania era importato dalla GEB di Firenze e sicuramente le valvole di questo costruttore erano di livello qualitativo elevato. G.E. e Sylvania fornivano anche i data sheet completi delle curve dei tipi da loro prodotti. Questi dati, assieme a quelli di pochi altri produttori (Philips, Telefunken, Siemens, ecc.), venivano in genere consultati dai costruttori di tubi termoionici e dai costruttori di elettroniche valvolari. Il sottoscritto ha potuto constatare personalmente la dotazione della vecchia fabbrica fiorentina di valvole, la gloriosa Fivre, che dopo un periodo iniziale di costruzione di tubi su licenza RCA realizzò in proprio la fabbricazione di innumerevoli tipi di valvole. In questa fabbrica, appunto, venivano utilizzati i data sheet originali dei tubi ed alcuni campioni stessi delle valvole da "clonare"; dopo alcune "radiografie" si procedeva alla copia del tubo stesso in un contesto che molto probabilmente era molto vicino a quello nel quale operano attualmente le fabbriche cinesi (chi fosse interessato ad acquisire i data sheet completi originali G.E. e Sylvania o altri mi contatti attraverso la redazione di Suono). Riprendiamo il "filamento" del discorso. Un altro marchio molto diffuso in Italia era, come tutti sanno, Philips, che costruiva valvole in molti paesi fra cui Italia (Monza), Ungheria (ex Tungsram), ecc. In generale le valvole prodotte dalla Philips erano tutte di buon livello qualitativo, e non dobbiamo scordarci che molte valvole storiche furono a loro tempo progettate e messe a punto dalla Philips stessa. Ma anche questo produttore sul finire dell'epoca valvolare affidò la costruzione dei tubi termoionici alle imprese più svariate; questo implica di nuovo che dobbiamo porre sempre attenzione al periodo di costruzione. Altri marchi europei, meno presenti comunque sul mercato europeo, si comportarono allo stesso modo; addirittura la Siemens continuava (e forse continua tuttora) ad avere in catalogo alcuni dei tipi di più corrente impiego come la ECC82/3, EL34 ecc, che erano sino a pochi anni or sono fabbricate nella ex Germania dell'Est, di buona qualità ma mai come le originali. Da notare che le stesse sono state per molto tempo commercializzate con il marchio National (Richardson). Nel caso delle valvole Siemens è estremamente facile riconoscere il periodo di produzione semplicemente dal colore della scatola: le più vecchie hanno scatole di colore giallo e blu, quelle della seconda generazione hanno scatole di un giallo più pallido e blu ed infine la scatola attualmente in uso è diventata arancione e blu. Nel caso della Telefunken pare invece che una volta cessata la produzione diretta di tubi termoionici questa ditta smise di commercializzare del tutto le valvole e si disfece sia delle catene di montaggio che delle valvole, tanto è vero che in Italia, e precisamente a Firenze (alla GEB), arrivarono migliaia di EL34 Telefunken. Ah, dimenticavo di dire: non cercatele, sono terminate da anni! E comunque non sono le mitiche valvole Mullard o Philips, e non sono niente più che valvole fatte costruire nella Germania Est negli anni del comunismo (ovvero del tipo slim incapaci di funzionare a tensioni elevate come le originali e dunque di scarso valore). Abbiamo sinora parlato delle valvole circolate in Italia e destinate al settore consumer. Non dobbiamo però dimenticarci del mercato del surplus in cui sono finiti da sempre i prodotti, elettronici e non, dei quali l'esercito si disfaceva o che le basi NATO italiane mettevano all'asta. Per quanto riguarda le valvole, in generale si tratta in piccola parte di produzione italiana (Fivre, Sicte), oppure di provenienza americana .
Anno: 1934, di Roberto De Vito La forma di questo ricevitore è veramente fuori dal comune. Il corpo centrale, impiallacciato in noce, è sollevato di qualche centimetro dal piano di appoggio: a sostenerlo sono due "ali" laterali in noce scuro dal profilo basso, decorate superiormente con listelli verticali in legno molto chiaro. L'altoparlante è posizionato frontalmente in una "nicchia" ad arco, la cui parte alta, tondeggiante, è lavorata lungo il profilo, mentre la porzione inferiore è arricchita con cinque fasce in legno orizzontali equidistanti. La tela è dorata, con una decorazione che ricorda dei quadretti privi di un lato, che si intersecano tra di loro. Ai lati della tela, circa a metà altezza, vi sono le due manopole sferiche dei comandi principali (a sinistra l'interruttore-volume, a destra la sintonia). Le due scale parlanti, poste nella parte superiore del frontale, seguono nel loro profilo inferiore quello del foro dell'altoparlante. La simmetria è rotta dalla presenza di una terza manopola a tronco di cono per il cambio gamma e dalla scritta cromata Radiomarelli posizionate in basso a destra. È una supereterodina a cinque valvole (6A7, 78, 75, 41, 80) che riceve le onde medie e corte. A seconda della gamma selezionata viene illuminata solo la scala parlante corrispondente. L'esemplare fotografato è completo ed originale sia nel mobile che nella parte elettromeccanica. È curioso notare che l'etichetta interna con la disposizione delle valvole presenta un refuso nel nome dell'azienda, mancando la lettera "I" nella parola "FABBRICA".
La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità !!! Scappo dall' Ignoranza e dalla Stupidità contagiosa !!!