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RADIO TOPOLINO DELLA WALT DISEY RADIO TOPOLINO DELLA WALT DISEY 1970 Hong Kong BATTERIA DA 9 VOLT TRANSISTOR ( SI ) SUPERETERODINA ONDE MEDIE RADIO DA MUSEO BARRERIA DA 9 VOLT INTERNO PLASTICA ARMADIETTO 19,6X21X8 E 'il successore di società Arista di Hong Kong. Nel mezzo sono stati brevi episodi sotto i nomi di società come Dandy e Regency, i nomi che appaiono come un produttore di Hong Kong poco. Nella Concept 2000 srl poi è entrato come il più grande co-partner / finanziatore di un attore globale Holdings Jardines. Ciò ha portato alla Concept = C2M quindi pienamente la grande occasione con il gruppo principale dei suoi prodotti radio novità di entrare nel merato statunitense.Numero di registrazione: 0025100e La società è attualmente ancora, ma sotto il nome di una figlia e Jardines è in questo settore non è più attivo
COLLEZIONE ANNI 70
QUESTA COLLEZIONE HA GIA MOLTI ANNI FUNZIONA CON UNA BATTERIA DA 9 V
PRODUCE UN GRANDE SUONO DIMENSIONI LUNGHEZZA 19,6 ALT.21 PR
Storia della radio
Nessun articolo storico sulla radio puo’ essere considerata completa se non ha incluso alcuni degli eventi che portano alla prima trasmissione deliberata la razza umana e ricezione di onde radio. Quindi dal momento che la radio si basa sulla nostra lità elettrica viaggio deve cominciare in tempi antichi con la scoperta della scintilla particolare la produzione di proprietà di ambe r quando questo materiale è stato sfregato su un pezzo di stoffa o di pelliccia. Allo stesso modo, la conoscenza della attrazione magnetica in calamita, che risale ai tempi degli antichi, è stato un evento epocale, in quanto entrambi questi "incidenti" sono stati responsabili bile per la scoperta successiva e la raffinatezza delle leggi elettrici e principi, che sono serviti come le fondamenta su cui "radio" finalmente è stato costruito. Anche se non date esatte sono disponibili, i riferimenti storici ai fenomeni circostanti ambra e data di calamita che già nel 600 aC. In quell'epoca si dice Thales scoperto le scintille misteriose (oggi conosciuta come elettricità statica) che hanno portato da sfregamento l'ambra minerale. Dal momento che la parola greca per ambra è "elettro" è servito come base per una nuova parola - Energia elettrica quando l'esperimento è stato ripetuto molti secoli più tardi in modo che più potrebbe essere scoperto sulla sua causa ed effetto. Durante il lungo interim, superstizioni strani e fantastici sono stati concepiti dei settori dell'elettricità statica e magnetismo. I filosofi dei primi tempi teorizzò un bel po ', ma molto poco la sperimentazione, e ciò che era noto si è tramandata di generazione in generazione con elaborazione e nessun tentativo di giustificazione da parte, almeno, per tentativi ed errori esperimenti. Di conseguenza, troviamo errori tali basate più sul sentito dire, come "odore di aglio distrugge le proprietà magnetiche di una calamita o bussola." Questo mito è durato attraverso i primi secoli fino al 1544, quando il famoso trattato sulla Fisica di Filippo Melantone inclusa parlare di esso. Dopo numerose polemiche che sorsero, pro e contro, fino al 1646 quando ha ricevuto il colpo della morte di Sir Thomas Browne. Questo astuto medico-scienziato ha rifiutato di prendere la parola a nessuno per questo, ed effettivamente eseguito esperimenti con il ferro magnetizzato e "succo garlik" - così definitivamente smentire la secolare superstizione. Allo stesso modo molte teorie sono state create sulla ambra e diamanti, tra le quali la più notevole è che il ferro sfregato con un diamante è diventato un magnete, e che i diamanti se strofinata attirerebbe pezzi di carta e particelle di polvere. Un altro scienziato inglese, il dottor William Gilbert, indignato per ciò che egli definiva "chattering dei barbieri", si è impegnata a smentire queste teorie da esperimento vero e proprio. Per il suo disagio, ha scoperto che strofinando diamante ha causato loro di attirare pezzi di carta, ma ha scoperto anche che praticamente tutto si fregava, esclusi i metalli, divenne "elettrificata". Questo Gilbert led di compilare una lista enorme di materiali che potrebbero essere "elettrificati", compresi elementi quali "veri e propri gioielli e l'imitazione, zolfo, ceralacca, salgemma, allume, resina", ecc E 'stato questo signore che ha dato il termine "elettrico" per l'effetto, e più tardi, nel 1675, Robert Boyle, nel suo "La produzione meccanica di energia elettrica", coniato o derivato il "elettricità" parola da esso. Più importante, tuttavia, è invenzione di Gilbert dell 'elettroscopio ", che ha probabilmente usato per testare i vari materiali elencati nella sua compilazione lungo. Inoltre, ha anche creato un precedente, conducendo esperimenti reali prima di pubblicare informazioni scientifiche, rifiutando di accettare come fatto per sentito dire. Con l'inizio di elettricità è venuto una nuova era nella ricerca scientifica, da allora in poi gli scienziati ricorso a prove ed analisi, per confermare le loro teorie. I misteri e le superstizioni degli antichi sono stati sciolti di nuovo nel buio. Elettricità è nato e nuovi campi sono stati aperti per la conquista. Forse è per questo che Gilbert si riferisce da alcuni come il "Padre di energia elettrica". In ogni caso, poiché questo periodo segna l'inizio di elettricità scientifica, a causa della graduale eliminazione delle voci, congetture e la superstizione, la cronologia inizia con la data 1600. Senza dubbio tuttavia, alcuni lavori scientifici di importanza in questo campo è stato segnalato in precedenza, ma non vengono qui trattati.
Nascita del transistor
Nel novembre del 1954 venne commercializzato il primo apparecchio radio interamente a transistor. A guardare la storia della tecnologia da quel giorno ad oggi, sembra che non siano passati solo cinquant'anni, ma un tempo smisurato. Il transistor e i suoi derivati hanno infatti impresso allo sviluppo tecnologico un'accelerazione che non si era mai vista prima, nemmeno ai tempi della Rivoluzione Industriale o della nascita della Radio stessa. Oggi guardiamo con affetto e nostalgia alle prime "radioline" degli anni '50, che entrano a buon diritto nel mondo della radio d'epoca, e guadagnano un posto di assoluta dignità a fianco delle loro calde ed ingombranti "sorelle" a valvole. Coloro che hanno l’età per ricordare quegli anni, memorabili anche per tanti altri motivi, non possono certamente dimenticare il primo “contatto” con uno di quei curiosi oggetti variopinti, allora chiamati affettuosamente “radioline a transistor” o semplicemente “transistor”, scatolette di plastica abbellite da qualche fregio cromato e racchiuse in una lussuosa custodia in cuoio, che col loro peso di poche diecine di grammi erano in grado di sintonizzarsi con precisione su tante stazioni senza diventare neppure leggermente tiepide, ma diffondendo quel “profumo” di elettronica che ci sarebbe diventato in seguito tanto familiare. A fianco ai “transistor” tascabili, poi, c’erano – o arrivarono subito dopo – i “transistor” portatili, col mobiletto in legno rivestito in tela plastificata o “vinilpelle”, provvisti di antenna telescopica e maniglia per il trasporto, che con le loro pile a lunga durata e un altoparlante di grande diametro assicuravano un suono di buona qualità, quasi comparabile con quello delle agguerrite concorrenti a valvole. Iniziò così una guerra, destinata a protrarsi per oltre un decennio, nella quale ogni giorno la nuova tecnologia rubava terreno alla vecchia, fino a soppiantarla del tutto e a renderla obsoleta e inutile. Qualcosa del genere capiterà tante altre volte negli anni a seguire, sempre a causa del transistor, che sotto altra veste causerà dapprima la “morte” delle calcolatrici meccaniche, e successivamente quella delle gloriose macchine da scrivere, col conseguente crollo finanziario di numerose aziende storiche che basavano i loro affari sulla meccanica di precisione e non ebbero la prontezza di riconvertirsi. Nascita del transistor Il transistor nasce in America alla fine del 1947. E’ frutto di una lunga ricerca condotta presso i Bell Laboratories da Shockley, Bardeen e Brattain, che per questo risultato guadagneranno il premio Nobel nel 1956. La storia comincia negli anni precedenti la II Guerra Mondiale, quando alcuni ricercatori, studiando le caratteristiche del silicio scoprirono l’esistenza di due diversi tipi di semiconduttore, quello di tipo “N” e quello di tipo “P”, a seconda di certe impurità contenute nel reticolo cristallino. Fu subito chiaro che questa ricerca avrebbe potuto condurre a utili applicazioni, tanto che il giovane ricercatore William Shockley ebbe a dichiarare nel 1939: “Sono certo che un amplificatore che faccia uso di semiconduttori al posto dei tubi a vuoto sia in linea di principio possibile”. Sfortunatamente la guerra interruppe le ricerche in questo settore, e fu solo nel 1945 che venne ristabilito presso i Bell Labs un gruppo di lavoro sui semiconduttori, capeggiato da Shockley. Nei due frenetici anni successivi il gruppo concentrò le sue ricerche sul germanio, invece del silicio utilizzato prima della guerra, e finalmente il 23 dicembre 1947 i tre ricercatori poterono presentare al mondo intero un dispositivo amplificatore completamente nuovo, nella forma di un antiestetico intreccio di fili montati su un supporto di plexiglas. Le caratteristiche dei primi transistor non erano certo entusiasmanti: il coefficiente di amplificazione era piuttosto scarso, il comportamento alle alte frequenze largamente deludente, e l’affidabilità complessiva lasciava molto a desiderare. Ciononostante le grandi industrie cominciarono quasi immediatamente la produzione di proprie serie di transistor, soprattutto in vista di applicazioni particolari, in cui la miniaturizzazione e il basso consumo fossero elementi determinanti per il progetto. Dunque all’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, le principali aziende americane già attive nel campo dei tubi elettronici (RCA, Sylvania, Raytheon,), mantenevano una linea di produzione di dispositivi a semiconduttore, senza peraltro “spingere” troppo, e senza inserirli in prodotti di largo consumo, soprattutto per evitare di rischiare sulla propria immagine. L’unica tra le grandi industrie a lavorare seriamente ad una applicazione che favorisse il lancio commerciale del transistor era la Texas Instruments (TI), azienda leader nel settore dei semiconduttori. Di fatto già nel 1953 gli ingegneri della TIavevano messo a punto un progetto di ricevitore tascabile interamente a transistor. I prototipi, pur perfettamente funzionanti, denotavano però alcuni problemi dovuti alla necessità di selezionare i transistor da installare in ciascuno stadio, a causa dell’alta variabilità delle caratteristiche di ciascun elemento. Ciò faceva lievitare il prezzo del prodotto finito a livelli improponibili, data l’alta percentuale di lavoro manuale necessaria per la produzione e messa a punto di ciascun esemplare. Intanto, una giovane azienda di Indianapolis, la I.D.E.A. (Industrial Development Engineering Associates), nata dall’associazione di alcuni ex dipendenti dell’RCA, stava a sua volta cercando un proprio sbocco commerciale, con prodotti che non la mettessero in diretta concorrenza con le grandi Case. Già attiva nel campo dell’elettronica con un amplificatore d’antenna per TV, nel 1954 fondò una divisione nuova, cui venne dato il nome di REGENCY, con lo scopo di sviluppare e brevettare nuovi dispositivi in campo elettronico. Il presidente dell’IDEA, Ed Tudor, fu entusiasta all’idea di iniziare la produzione di un ricevitore tascabile a transistor, partendo dal presupposto che con l’avvento della guerra fredda con l’Unione Sovietica, in previsione di un attacco nucleare la radio a transistor avrebbe potuto rappresentare un elemento essenziale per la sopravvivenza. Fu l’ingegnere capo della Regency, Dick Koch, a sviluppare l’idea che mancava alla TI per rendere commerciabili i suoi apparecchi a transistor. Con le modifiche di Koch il progetto della TI diventava insensibile alle caratteristiche intrinseche dei componenti utilizzati, che quindi potevano essere montati e saldati direttamente sulla piastrina a circuito stampato senza alcun altro intervento umano. Inoltre il numero dei transistor scendeva da sei a quattro, con un conseguente ulteriore calo di costo alla produzione. Una terza azienda, la PAINTER, TEAGUE & PETERTIL, specializzata in design industriale, fu incaricata di progettare il contenitore in materiale plastico colorato, da realizzarsi per semplice stampaggio a caldo, senza alcuna successiva lavorazione meccanica (fresatura, lucidatura o altro). Il primo transistor, presentato presso i Bell Labs nella storica data del 23 dicembre 1947. Il transistor nasce in America alla fine del 1947. E’ frutto di una lunga ricerca condotta presso i Bell Laboratories da Shockley, Bardeen e Brattain, che per questo risultato guadagneranno il premio Nobel nel 1956. La storia comincia negli anni precedenti la II Guerra Mondiale, quando alcuni ricercatori, studiando le caratteristiche del silicio scoprirono l’esistenza di due diversi tipi di semiconduttore, quello di tipo “N” e quello di tipo “P”, a seconda di certe impurità contenute nel reticolo cristallino. Fu subito chiaro che questa ricerca avrebbe potuto condurre a utili applicazioni, tanto che il giovane ricercatore William Shockley ebbe a dichiarare nel 1939: “Sono certo che un amplificatore che faccia uso di semiconduttori al posto dei tubi a vuoto sia in linea di principio possibile”. Sfortunatamente la guerra interruppe le ricerche in questo settore, e fu solo nel 1945 che venne ristabilito presso i Bell Labs un gruppo di lavoro sui semiconduttori, capeggiato da Shockley. Nei due frenetici anni successivi il gruppo concentrò le sue ricerche sul germanio, invece del silicio utilizzato prima della guerra, e finalmente il 23 dicembre 1947 i tre ricercatori poterono presentare al mondo intero un dispositivo amplificatore completamente nuovo, nella forma di un antiestetico intreccio di fili montati su un supporto di plexiglas. Il nome transistor (combinazione di TRANSconductance varISTOR) fu suggerito da un altro ingegnere dei Bell Labs. La teoria che sta alla base del funzionamento dei transistor (teoria delle bande nei semiconduttori) è piuttosto complessa, difficilmente semplificabile come si usa fare per spiegare il funzionamento delle valvole. Il primo transistor (detto anche “triodo a stato solido”), è un diretto discendente del diodo a semiconduttore, a sua volta derivato dai classici rivelatori a galena conosciuti fin dai primi anni del secolo scorso. Il diodo a cristallo è basato su un pezzetto di cristallo di germanio su una superficie del quale viene collegato un conduttore (terminale di catodo), e sull’altra superficie viene realizzato un contatto a “baffo di gatto” con un filo sottilissimo (terminale di anodo), realizzando così una “giunzione” dalle proprietà rettificatrici per la corrente elettrica. La corrente può fluire con facilità dall’anodo verso il catodo, ma non viceversa. Il transistor originale a punte di contatto era basato su una tecnologia simile; consisteva in una piastrina di germanio, detta base, a una faccia della quale era connesso un elettrodo, mentre sull’altra faccia erano poggiati altri due sottili elettrodi a punta: uno era detto emettitore (o anche “emittore” dall’inglese emitter), l’altro collettore. In questo modo si avevano due punti di contatto, quello tra base ed emettitore e quello tra base e collettore. Il ben noto simbolo grafico del transistor deve la sua origine proprio alla configurazione iniziale.