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RADIO cupola Philco 50 del 1931 RADIO cupola Philco 50 1931 AMERICA CINQUE : 24 24 24 47 80 /////////////////////////////////////////////////////////////////////////// A accordati CIRCUITI (amplif. Diretta) Senza Reazione, 2 Stadi AF; A Valvole con griglia Schermo (solo se 1926-1935) Solo Onde Medie (OM). Modello: 50 Baby Grand [comune] - Philco, Philadelphia Alimentazione una Corrente alternata (CA) / 110 Volt AP elettrodinamico (bobina mobile e bobina di eccitazione / di campo) Mobile in legno Soprammobile uno cattedrale o cupola Modello 50 era la radio Philco più basso il prezzo alla fine del 1931, probabilmente l'ultimo modello TRF offerti da Philco. Una prima versione utilizzata del mobile classico cattedrale simile al modello 70, mentre la versione più comune utilizzato un armadio cattedrale molto più semplice con un frontale piatto. Una versione Lowboy era disponibile. Modello 50 è per 115 VAC 50-60 Hz, 50A e il modello è per 25-60 Hz.
ANTICA RADIO PHILCO 50
un magnifico esemplare di cupola Philco del 1931.
La radio conserva ancora le sue valvole originali a globo o a "pera" tipiche della fine degli anni 20 e dei primissimi anni 30.Di modeste dimensioni appare come un meraviglioso soprammobile.la Philco vendeva questi apparecchi anche in Italia negli anni 30 come testimoniato dai numerossissimi rivenditori Philco presenti in quegli anni su tutto il territorio italiano.Ho provato ad accenderla con un trasformatore (da 220 V a 110 V) la radio si illumina ed anche le valvole ma non sono riuscito a captare alcuna stazione, forse perchè necessita di un lungo cavo d'antenna.Da segnalare che sul frontale dell'apparecchio, nella parte superiore manca un pezzettino di impiallacciatura e mi pare che vi siano due o tre piccole riparature del legno; vi posso GARANTIRE però che sono impercettibili e non tolgono nulla alla bellezza di questo apparecchio.
La radio e stata totalmente restaurata,e funziona perfettamente !!!
Nikola Tesla
“Ma tutto questo era insignificante in confronto alle visioni del celebre inventore Nikola Tesla ,che asseriva di essere in grado di produrre “energia libera” e di trasmetterla senza fili.”Tutto il mondo beneficierà dell’elettricità trasmessa via radio. Enormi e costose linee di trasmissione non saranno più necessarie.Un piccolo congegno ricevente nella vostra casa vi fornirà tutta l’energia che potete usare,ad una frazione del costo attuale”.Al posto delle attuali lampadine vi sarebbero stati bulbi fluorescenti.Servendosi di un principio simile,Tesla dichiarò:”Non ritengo azzardato predire che un giorno saremo in grado di lluminare l’intero cielo di notte.
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In un’epoca di grandi evoluzioni tecnologiche e di sviluppo esponenziale dei mezzi di comunicazione, parlare di radio sembrerebbe quasi voler tornare indietro nel tempo o tentare di riesumare qualcosa di obsoleto, se non addirittura dimenticato. In realtà, nonostante i suoi cento anni, la radio è sempre attuale e può considerarsi a ragion veduta uno dei più importanti strumenti di comunicazione del futuro, del quale difficilmente si potrà fare a meno. Se, da un lato il progresso ci spinge a varcare nuove frontiere e a stare al passo con i tempi, non possiamo ignorare i molteplici vantaggi che ci offre uno strumento così utile e versatile che ha sulle proprie spalle una storia non indifferente e che ha accompagnato numerose generazioni di ascoltatori. Per dimostrare la validità della radio è certamente proiettata nel futuro, chi meglio dei giovani di oggi, pura espressione del mondo di domani, potrebbe fornire risposte più convincenti in merito ai numerosi interrogativi che un mezzo di comunicazione sociale di tale importanza inevitabilmente alimenta? Per questi motivi è stata impostata la presente indagine sull’ascolto della radio proprio nell’ottica dei giovani, ai quali è stato somministrato un questionario appositamente preparato e che fornisce elementi interessanti di discussione sia per quel che riguarda il mezzo radiofonico e le sue diverse funzioni sociali, sia per ciò che concerne il mondo giovanile con le sue inesplorate sfaccettature. Per radiocomunicazione si intende la tecnica che consente la trasmissione a distanza di messaggi parlati, di suoni o immagini convenzionali, mediante le onde elettromagnetiche che viaggiano alla velocità della luce (300.000 km/sec). Nel 1917 negli Stati Uniti venivano realizzate le prime importanti esperienze di radiodiffusione. Le necessità militari accelerarono lo sviluppo della telefonia senza fili, il numero e la potenza dei radiotrasmettitori aumentarono, collegamenti radio furono stabiliti non soltanto fra unità di terra, ma anche in marina e in aviazione, provocando anche lo sviluppo della radiogoniometria. Il 4 novembre 1918 le onde radio diffusero la notizia della vittoria. Nel dopoguerra si iniziò lo sviluppo delle radiodiffusioni nel mondo. Nel 1920 ebbero inizio negli Stati Uniti le trasmissioni radio pubbliche. Il 2 novembre gli ascoltatori americani appresero la vittoria di Warren G. Harding alle elezioni presidenziali. Il 2 luglio 1921 milioni di amatori poterono seguire l’incontro tra i pugili Dempsey e Carpentier. Nel novembre del medesimo anno l’emittente francese installata sulla Torre Eiffel, costruita in tempo di guerra, iniziò regolari trasmissioni. La forza delle radio locali dovrebbe risiedere in quella che i sociologi del gruppo identificano nel comune scopo e nella ragione d’assieme propri di un gruppo in quanto tale. In altri termini gli ascoltatori dovrebbero acquisire la consapevolezza di far parte in qualche modo e in maniera attiva di un gruppo più ampio di persone unite da un legame comune. Le radio locali inoltre dovrebbero portare la voce genuina e diretta della "periferia" e sorprendere per il loro porsi a riflesso immediato di realtà inedite. La radio locale dovrebbe essere il contrappunto sonoro della giornata, la sua efficienza va misurata con la possibilità assoluta di essere utile. C’è un ingorgo stradale? Va detto subito. È avvenuta una disgrazia? Va segnalata con tempestività e precisione. Ci sono delle comunicazioni di carattere generale? Vanno segnalate anche più volte nell’arco della giornata. Anche gli avvenimenti atmosferici devono dare lo spunto per fornire consigli pratici continui, precisi, utili. La cultura esistenziale è implicita nella massa di notizie e di informazioni che una radio locale programma in continuazione. Siano ricette di cucina, avvisi di pagamento di tasse e di bolli, programmi teatrali e cinematografici, concerti musicali di ogni genere, conferenze, riunioni, dibattiti; siano interviste, tavole rotonde, inchieste. Tutto questo materiale macina cultura, propone cultura, avvicina il grande pubblico alle fonti culturali. Il linguaggio: l’effetto accento Uno degli effetti più evidenti che le radio locali hanno portato, così come dichiarava Umberto Eco, è stato l’effetto accento: in altre parole, ascoltando una radio locale, si aveva l’impressione di sentir parlare un nostro vicino, la persona "comune" con il suo accento dialettale, al contrario di quanto accadeva sintonizzandosi sulla radio nazionale. Si era abituati ad un accento e a un ritmo di uno speaker "professionista", quasi freddo e l’avvento di un nuovo tipo di linguaggio, anche se solo lievemente differente nella forma, aveva la capacità di polarizzare più facilmente l’ascoltatore che probabilmente si sentiva più vicino alla fonte trasmittente. La radio e le canzoni "È inconcepibile oggi che una canzone possa vivere lontana dalla radio...". "...La radio vi fa da giornale quotidiano; vi dà il Bollettino, che è la cosa più importante della giornata... vi fa da posta, portando a vostra moglie le vostre notizie e dando a voi le sue; e se non avete moglie, la radio vi sposa; la radio canta per voi, se siete stanchi, e insegna ai vostri figli lontani le canzoni vostre..." Le canzoni degli italiani Di solito le origini della nostra canzone vengono fatte risalire al primo Novecento. Ma è un periodo che più alla storia sembra appartenere alla preistoria della canzone italiana intesa come fenomeno popolare. Lo stile era elegante e ricercato, il destinatario un pubblico di estrazione borghese e cittadina, la divulgazione limitata e comunque graduale per l’assenza di mezzi di diffusione di massa, a parte i pianini ambulanti. La situazione non cambiò di molto negli Anni Venti. Il disco, è vero, in quegli anni migliorò decisamente la sua qualità; è del 1925 la sostituzione dell’incisione acustica con quella elettrica, ma rimase un prodotto di lusso, riservato a pochi. La vera storia della canzone italiana ha inizio così negli Anni Trenta. Fu allora che la radio cominciò a portarla in un numero sempre maggiore di case in ogni parte del Paese, nei centri grandi e piccoli, in città come in provincia, superando barriere geografiche, economiche, sociali e linguistiche. Nacquero così con le canzoni della radio, quelle che possiamo definire "le canzoni degli Italiani". Esse si uniformarono al gusto medio di un pubblico vasto e indifferenziato e nello stesso tempo contribuirono a formarlo. Tradussero nel linguaggio di tutti i giorni i sentimenti della gente comune, si sostituirono come forma di espressione e di svago alla canzone popolare dialettale. La radio svolse questa sua funzione creativa e divulgativa nei confronti della canzone italiana fino agli Anni Quaranta; in seguito cominciò a cedere il proprio ruolo ai dischi, ai juke-box, alla televisione... Gli autori e gli editori di canzoni cercavano naturalmente il successo, e il vasto successo popolare non poteva venire che dalla radio o dal cinema, ambedue strettamente controllati dalle autorità. I dischi, anche se cominciavano indubbiamente ad avere una maggiore diffusione ed erano prodotti, fino al 1940 (quando le case fonografiche straniere vennero poste sotto sequestro), dalla Cetra, controllata dal gruppo SIP-EIAR e da ditte private e indipendenti, davano ancora dei guadagni relativi ed erano comunque condizionati dal successo che canzoni ed interpreti ottenevano alla radio o nel cinema. La radio e la medicina Chi vigila sulla nostra salute quando siamo in viaggio per mare e non abbiamo a disposizione un medico? In Italia è il CIRM, finanziato dal ministero dei Trasporti e della Marina, che sempre più sta estendendo i suoi servizi. Il CIRM è al primo posto nel mondo per numero di malati assistiti via radio con 368.965 messaggi ricevuti e trasmessi. Sono quasi 40 mila i pazienti di varia nazionalità a cui è stata fornita assistenza medica a distanza. Per la maggior parte sono stati i marittimi imbarcati su navi mercantili o pescherecci. Ma non sono mancati i passeggeri delle navi da crociera senza medico a bordo. Bisogna dire poi che il CIRM assiste chiunque abbia bisogno di cure e non possa essere raggiunto da un medico, come ben dimostrato in circa 2 mila interventi realizzati su aerei in volo, nelle piccole isole italiane e dovunque sia stato organizzato il trasporto di ammalati e traumatizzati gravi da ospedali meno attrezzati a centri di alta specializzazione. In questi ultimi casi ci si è valsi della collaborazione dell’Aeronautica e della Marina Militare, della Guardia di Finanza, come della Croce Rossa Italiana. L’assistenza "radio-aero-navale" e "radio-ambulatorio-medico" è garantita infatti a tutti coloro che ne hanno bisogno, come le popolazioni delle piccole isole del Mediterraneo, prive di medico o di strutture adeguate a far fronte alle urgenze Il CIRM è un servizio in funzione ventiquattr’ore su ventiquattro, con dieci medici che si alternano nell’arco della giornata e che si avvalgono della consulenza di 70 specialisti. Ma sono le navi che producono la maggiore mole di lavoro per il Centro . Funzioni del mezzo e motivazioni d’ascolto. Tra le diverse funzioni attribuibili all’uso della radio, la più importante sembra ricondursi alla rottura dell’isolamento individuale. è probabile che tale funzione sia più consapevole in presenza di una obiettiva e forzata carenza di relazioni interpersonali (spesso, la pura e semplice solitudine per molte ore del giorno) da cui ci si difende consciamente con l’uso della radio. La suddetta funzione può anche essere assegnata inconsapevolmente quando le relazioni interpersonali, materialmente possibili, sono rimosse e differite. I bisogni essenziali che si cercherebbe di soddisfare con l’ascolto radiofonico, sarebbero, molto in sintesi: il bisogno di rumore (rottura del silenzio), il bisogno di compagnia (rottura della solitudine) e il bisogno di informazione (superamento della relegazione sociale). La radio e il futuro Dire radio per la maggior parte di noi significa pensare all’apparecchio che ci porta in casa musica, notizie, bollettini meteo e quotazioni di Borsa. c’è un mondo che influisce in modo determinante sul nostro stile di vita e su quello dei Paesi poveri, che non hanno i mezzi per costruire reti adeguatamente diffuse per comunicare via cavo. È un mondo tecnologico che va dai ponti radio alle trasmissioni via satellite, includendo tutto l’universo televisivo, i telefonini cellulari, i sistemi di localizzazione delle orbite, nonché le immagini stupende che, inviate via radio dalle sonde spaziali, hanno trasformato la nostra panoramica sull’universo. C’è da dire però, che la trasmissione via radio conserva caratteristiche ineguagliabili. La radio che non necessita di cavi ha un’enorme flessibilità di prestazioni e permette una rapidità di messa in opera come null’altro. Inoltre è l’unico mezzo di comunicazione che consente i collegamenti con terminali mobili e personali. Di qui la febbre per i telefonini cellulari che, dai Mondiali del ‘90 in poi, stanno facendo impazzire gli italiani e che ci permettono, via radio, l’accesso alla rete Telecom, e, nella nuova versione Gsm, addirittura un uso su tutta l’Europa, che in breve, per merito dei nuovi satelliti, si estenderà al mondo intero. Ed ecco, appena annunciata, un’altra rivoluzione fondamentale: è la più grossa e viene dalle trasmissioni numeriche. Tutti i segnali, che siano trasmessi via radio o via cavo, saranno digitalizzati, e cioè trasformati in numeri. Con straordinari vantaggi: i segnali numerici li puoi elaborare col computer e quindi comprimerli in modo da stipare più canali nella stessa banda di frequenza.