The Beatles Yellow Submarine- (1969)

Anno: 1969
Città: londra
Artista: the beatles
Titolo: Yellow Submarine

In principio era un sottomarino Giallo…

In principio era un sottomarino giallo. O meglio, era la canzone “Yellow Submarine” dell’album Revolver, long play dei Beatles pubblicato nell’agosto 1966. Presentato dall’iconica copertina di Klaus Voorman, fu un disco spartiacque che sancì passaggio dai touring years alla sperimentazione in studio, più o meno catalizzata da facilitatori psicotropi. E fu un successo. Il settimo album dei Fab Four apparve a pubblico e critica come un prodotto culturale tanto sofisticato quanto accessibile, in grado di cogliere lo Zeitgeist della swinging london e degli anni Sessanta attraverso un’esplosione di suoni, influenze e colori.

 La traccia è cantata da Ringo Starr ed è firmata Lennon-McCartney, come quasi tutte le produzioni del quartetto, anche se risulta essere opera quasi esclusiva del solo McCartney. Come ricorda John Lennon in un’intervista del 1980, «Yellow Submarine è una creatura di Paul. Donovan [cantante scozzese amico dei Beatles] ha dato una mano col testo. Anche io ho contribuito. Noi abbiamo virtualmente dato vita alla canzone in studio, ma basandoci sull’ispirazione di Paul. La sua idea. Il suo titolo… scritto per Ringo». Era necessario che la canzone risultasse semplice sia dal punto di vista vocale – Ringo era il cantante meno dotato dei quattro – sia testuale:

«doveva essere una sorta di favola. E l’unico modo era renderla comprensibile anche dai bambini, ma fruibile da chiunque. Una canzone a più livelli»

spiega McCartney in un’intervista del 1967.
Nonostante le rassicurazioni di Paul, secondo cui «non c’è nulla da interpretare, come in ogni altra canzone dei bambini», i fan iniziano fin da subito a leggervi significati più o meno allegorici. C’è chi la interpreta come un inno al consumo di sostanze stupefacenti, e leggenda vuole che Yellow Submarine fosse proprio il nome di un tipo di anfetamina diffusa all’epoca. C’è chi la intende invece come un’ambigua dichiarazione di quattro ragazzi intrappolati dalla popolarità, rinchiusi in un sommergibile giallo che naviga in un «sea of green», ossia le banconote. Altri ancora la leggono (o meglio, ascoltano) come una critica alla guerra in Vietnam attraverso la riappropriazione giocosa di uno dei simboli della guerra fredda, il sottomarino nucleare. Dispute ermeneutiche a parte, tutti sono concordi nell’apprezzare l’atmosfera allegra e trasognata della canzone, la melodia orecchiabile, e la ricchezza immaginifica. Quella del marinaio che solca i mari in un sommergibile giallo è una storia che piace a grandi e piccoli. Qualcuno inizia a pensare a come raccontarla in un film.

Yellow Submarine: un classico del cinema d’animazione

La creazione della pellicola animata Yellow Submarine ha inizio quando il produttore televisivo Al Brodax sottopone il progetto al manager dei Fab Four, Brian Epstein.
George Dunning viene nominato regista, mentre la direzione dell’animazione è affidata a Robert Balser e Jack Stokes. I tre comandano un team che comprende più di 200 persone tra artisti e animatori. Il direttore artistico è di Heinz Edelmann, illustratore e designer tedesco responsabile per il look psichedelico e pop del film. Come spiega Edelmann,«fin dal principio ho inteso il film come una serie di cortometraggi connessi tra loro. Quindi lo stile dovrebbe cambiare ogni cinque minuti o giù di lì, per tenere vivo l’interesse fino alla fine».
Come il brano da cui è tratto, e alla colonna sonora che ha ispirato, è un’opera polisemica che si presta a letture e fruizioni differenti, che spaziano dalla fiaba musicale per bambini all’ allucinogena celebrazione dei tardi anni Sessanta, quelli del movimento hippie e della “summer of love”.
E che oggi, a cinquant’anni dall’uscita, non ha perso una briciola del fascino originale.