
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo MOSTRA 70 anni di televisione, 100 anni di Radio RAI UNO – Radiomuseo
CON RADIOMUSEO -STANZIONE ANIELLO e LUCA VIA,GUIDO RENI-ROMA


Un vero e proprio excursus storico in cui vengono ripercorsi gli avvenimenti più rilevanti del nostro Paese e il modo in cui sono stati raccontati agli italiani.extra
MAXXI
ingresso libero
Dal 1924 a oggi la comunicazione radiotelevisiva ha giocato un ruolo chiave nella creazione dell’identità nazionale e nell’evoluzione culturale del Paese.
La Radio prima, la Televisione poi, sono entrate nelle case di tutti gli italiani portando con sé intrattenimento, cultura, informazione, sport e divulgazione scientifica, modellando e riflettendo i principali cambiamenti sociali degli ultimi cento anni.
In mostra materiali audiovisivi, cartacei, fotografici, apparecchiature d’epoca, costumi, sale interattive ed allestimenti di set, unitamente ad opere d’arte appartenenti alla collezione Rai. Ogni decennio è raccontato tramite un filmato che ne ripercorre i momenti storici più rivelanti.
La mostra è a cura di Alessandro Nicosia con la collaborazione trasversale di diverse strutture della Rai – fra cui Direzione Teche, Direzione Produzione TV, Museo della Radio e della Televisione, Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica, Canone Beni Artistici e Accordi Istituzionali, Direzione Comunicazione – è organizzata e prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare sotto il patrocinio del Ministero della Cultura.
QUESTO È IL MIO SPECIALE OMAGGIO ALLA RADIO…
Di fronte alla radio siamo tutti uguali; in questo senso la radio azzera le differenze. I non vedenti hanno sempre trovato nella radio uno strumento per conoscere il mondo, per essere in contatto permanente con la società in cui viviamo, e hanno anche trovato una fonte inesauribile di compagnia. Informazione, sport, divertimento, cultura… hanno raggiunto le persone che non possono vedere attraverso le voci. In tutta la storia del broadcasting è stato conosciuto in grande dettaglio ciò che stava accadendo. La radio è un mezzo di comunicazione. Spiega le nostre cose, quelle degli altri, ed è una cosa che nessuno poteva immaginare. La radio ha gareggiato con la televisione, con le nuove tecnologie e Internet. Ed è sempre andata avanti. Torniamo, per esempio, al suo stretto rapporto con i non vedenti e i disabili, che sono stati in grado di seguire ciò che accade in tutto il mondo grazie alla radio, e alla volontà di formare, informare e intrattenere. Pertanto, a prescindere dal tempo, dai formati, dalle categorie di voci, dai tipi di programmi o dalle lingue, la radio è stato uno strumento di socializzazione fondamentale per le persone, che si sono aggrappate ad essa per essere collegate alla realtà e all’illusione. Questo è il mio speciale omaggio alla radio.
ANIELLO STANZIONE














https://www.cosasifa.com/2024/10/10/al-maxxi-per-il-compleanno-della-rai



Il Museo MAXXI di Roma ospita la mostra “70 anni di Televisione, 100 anni di Radio” – il racconto del nostro Paese attraverso la storia del Servizio Pubblico radiotelevisivo – aprendo le porte alla storia della radio e della tv. Dal 10 ottobre al 3 dicembre 2024 sarà infatti possibile visitarla nello spazio extra MAXXI e ad ingresso gratuito.
La memoria di un Paese è una parte fondante della sua stessa identità e la Rai da cento anni costituisce, custodisce, sviluppa, gran parte di questa memoria. Rappresentare la storia della radio con le radio dí
STANZIONE ANIELLO -E LUCA Radiomuseo e della tv italiane vuol dire raccontare l’autobiografia di una nazione, e questa mostra vuole essere un viaggio nella “memoria collettiva” condivisa da gran parte della popolazione italiana.
La mostra a cura di Alessandro Nicosia con la collaborazione trasversale di diverse strutture della Rai – fra cui Direzione Teche, Direzione Produzione TV, Museo della Radio e della Televisione, Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica, Canone Beni Artistici e Accordi Istituzionali, Direzione Comunicazione – è organizzata e prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare sotto il patrocinio del Ministero della Cultura.
Dal 1924 ad oggi la comunicazione radiotelevisiva ha giocato un ruolo chiave nella creazione dell’identità nazionale e nell’evoluzione culturale del Paese.
La Radio prima, la Televisione poi, sono entrate nelle case di tutti gli italiani portando con sé intrattenimento, cultura, informazione, sport e divulgazione scientifica, modellando e riflettendo i principali cambiamenti sociali degli ultimi cento anni. La mostra rappresenta un vero e proprio excursus storico in cui vengono ripercorsi gli avvenimenti più rilevanti del nostro Paese ed il modo in cui sono stati raccontati agli italiani. Ogni decennio sarà raccontato tramite un filmato che ne ripercorrerà i momenti storici più rivelanti.
La magia della mostra si apre con un’area sorprendente, piena di ricordi ed emozioni, in cui la storia della tv e della radio diventa interattiva, grazie alle installazioni del Museo della Radio e della Televisione Rai: due consolle multimediali attiveranno alcune radio e tv d’epoca, attraverso le quali si potranno ascoltare e visionare, a scelta, contenuti relativi ai momenti salienti dei primi 40 anni di storia del Paese, come il primo, storico annuncio radiofonico del 6 ottobre 1924. Il percorso espositivo si sviluppa fra materiali audiovisivi, cartacei, fotografici, apparecchiature d’epoca, costumi, sale interattive ed allestimenti di set, unitamente ad opere d’arte di assoluto rilievo appartenenti alla collezione Rai.
La Rai nel tempo ha saputo adattare mezzi e linguaggi al progresso tecnologico e sociale del Paese, pertanto lo sguardo non è solo rivolto al glorioso passato della Rai, l’esposizione rende protagonisti anche argomenti attuali: l’Intelligenza artificiale applicata al tema dell’ideazione e della produzione di prodotti audiovisivi. Approfondimenti utili per aumentare la consapevolezza e senso critico su tematiche e tecnologie emergenti che crescono e si diffondono a grande velocità.
Con il supporto del Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione RAI, un’area della mostra sarà dedicata ad illustrare i progetti internazionali dedicati all’intelligenza artificiale, e grazie alle tecnologie del Centro Ricerche, il pubblico si potrà cimentare in una divertente play ground che unisce scenari virtuali 3D e tecniche di realtà aumentata.
Durante l’inaugurazione della mostra, sarà esposta anche la storica Fiat 1500 della Rai, anno 1966, che ha seguito per radio e tv il Giro d’Italia, sino agli anni Settanta. La vettura è “tornata in servizio”, grazie al Protocollo d’Intesa firmato da Rai con ASI – Automotoclub Storico Italiano che ha riconosciuto alla Fiat 1500 la Targa Oro n. 12610.
L’esposizione proietta gli spettatori in un viaggio che si sviluppa, di decennio in decennio, fra il passato, il presente e il futuro del Servizio Pubblico Radio Televisivo, offrendo un percorso esperienziale unico, che lega le storie e la Storia in un unico emozionante racconto multisensoriale e multimediale.










mostra dei 100 anni della radio al maxxi
Archivio Stanzione: il tempo custodito tra design e tecnologia A Roma esiste un luogo dove il tempo non passa.Un archivio in cui ogni oggetto racconta una storia di passione, innovazione e cultura materiale. Questo luogo è il nostro Archivio Stanzione,che prende il nome dal nostro cognome di famiglia ed è il frutto di una passione che attraversa ormai diverse generazioni. nato negli anni ’70 grazie alla visione e alla curiosità di mio nonno, Aniello Stanzione, un uomo che ha saputo trasformare la sua passione personale in un patrimonio di memoria storica per il design e la tecnologia del XX secolo.del 2025 abbiamo deciso di digitalizzare l’archivio, aprendo canali social dedicati che ci hanno permesso di collaborare con realtà come Adidas. Stiamo utilizzato i nostri oggetti come veri e propri asset, proponendoli ad aziende interessate a sviluppare contenuti unici e originali.
Le origini di una passione
Tutto ha avuto inizio nella Roma degli anni Settanta, un periodo di grandi fermenti culturali e tecnologici. In quell’epoca, nei mercatini della città eterna si poteva ancora trovare di tutto: oggetti d’uso quotidiano, elettrodomestici, radio, televisori e giradischi che oggi consideriamo autentici pezzi da museo.Mio nonno, allora giovane appassionato di tecnologia, cominciò a frequentare quei mercati, spinto dalla curiosità e dal fascino per oggetti che incarnavano il progresso della società. La sua passione affondava radici ancora più profonde: da bambino, infatti, si soffermava spesso a guardare con desiderio la radio di suo padre. Era un oggetto bellissimo che lo affascinava, ma non gli era mai permesso toccarla o usarla. Quel senso iniziale di meraviglia, unito alla frustrazione di non poter interagire con un dispositivo tanto intrigante, piantò il seme che avrebbe alimentato per tutta la vita la sua ossessione per la tecnologia e il design.L’espansione negli Stati Uniti: il salto di qualità Con il passare degli anni, la ricerca si spostò oltre oceano. Mio nonno capì ben presto che il mercato americano offriva opportunità ancora più ampie per reperire oggetti rari e introvabili in Europa. Iniziò quindi a viaggiare, Nel 2006 si recò negli Stati Uniti per visitare il Banana Museum di Andy Warhol. Fu lì che si innamorò di un giradischi a forma di banana, un pezzo di design straordinario ispirato all’iconica arte di Warhol. Determinato ad aggiungerlo alla sua collezione, riuscì ad acquistare questo raro giradischi proprio negli Stati Uniti, assicurandosi così uno degli oggetti più unici dell’archivio..Nel corso di decenni, Archivio Stanzione ha raccolto oltre un migliaio di oggetti tra radio, televisioni, telefoni, giradischi e vinili. Ogni pezzo è testimonianza di un’epoca, di uno stile, di un’idea di futuro. E ogni oggetto racconta anche una storia personale, fatta di viaggi, scoperte, trattative e incontri.
Conservatori del tempo
Oggi, noi custodiamo l’Archivio come un vero e proprio santuario della memoria del design e della tecnologia. A differenza di molti oggetti simili che, per incuria o ignoranza, sono andati dispersi o distrutti, qui ogni pezzo viene conservato con la massima cura.
Il nostro motto è chiaro: “Siamo conservatori del tempo.” Non si tratta solo di accumulare oggetti, ma di preservare la storia che questi raccontano, rendendola disponibile per le generazioni future. Designer, studiosi, studenti e appassionati possono trovare qui un patrimonio inestimabile per ispirare le proprie creazioni e approfondire la storia dell’innovazione tecnologica e del design industriale.
Il laboratorio: dove il passato torna a vivere All’interno dell’Archivio non ci limitiamo a custodire: abbiamo anche un laboratorio attrezzato dove restauriamo e ripariamo gli oggetti danneggiati o guasti.
Molti di questi prodotti richiedono interventi complessi e delicati: i circuiti elettronici d’epoca, i materiali ormai fuori produzione, le componenti meccaniche logorate dal tempo. Il lavoro di restauro viene fatto con grande attenzione, usando sia le conoscenze tecniche che il rispetto per l’opera originale.Ogni restauro è un atto d’amore.
Le perle dell’Archivio: un viaggio nel design del Novecento Tra i tanti pezzi iconici che custodiamo, spiccano vere e proprie leggende del design. La televisione Brionvega Doney 14, disegnata da Marco Zanuso e Richard Sapper, è uno di questi. Un oggetto simbolo del design italiano degli anni Sessanta, tanto iconico da essere stato esposto persino al MoMA di New York.
C’è poi il primo telefono portatile Motorola, una rivoluzione tecnologica che ha cambiato per sempre il nostro modo di comunicare. Il Motorola DynaTAC 8000X, lanciato nel 1983, è stato il primo telefono cellulare messo in vendita per il grande pubblico. Soprannominato “il mattone” per le sue grandi dimensioni oggi è considerato un vero e proprio oggetto di design e di storia.
Accanto a questi pezzi si trovano anche due straordinarie creazioni giapponesi degli anni ’70: la JVC Nivico Videosphere Space Age TV e la JVC Videocapsule Space Age TV, realizzate in onore dell’allunaggio americano. Questi oggetti rappresentano perfettamente il design Space Age, un movimento nato in un’epoca di entusiasmo per l’esplorazione spaziale, caratterizzato da forme futuristiche, colori vivaci e materiali innovativi che evocano l’ottimismo e la fantasia del futuro.
Non mancano capolavori assoluti come la radio Phonola disegnata da Achille e Pier Giacomo Castiglioni, una vera lezione di design funzionale ed estetico, un oggetto pensato non solo per la funzione, ma anche per l’estetica e l’uso quotidiano. Le sue linee essenziali, il frontale con le alette orizzontali che coprono l’altoparlante e il quadrante delle frequenze integrato, la rendono ancora oggi un’icona di modernità e un punto di riferimento nello sviluppo del design del dopoguerra La collezione di vinili: la musica come memoria Archivio Stanzione non si limita al design degli oggetti tecnologici, ma custodisce anche una preziosissima collezione di vinili. Un vero scrigno musicale che attraversa decenni di storia del rock, del pop e della musica internazionale.
Tra i pezzi più preziosi c’è la collezione completa dei Beatles, inclusi vinili rari che possono raggiungere quotazioni fino a 4000 dollari, come il celebre White Album nella sua prima stampa. Ogni disco è conservato in condizioni impeccabili, pronto a raccontare ancora la sua musica a chi lo ascolta.
Un patrimonio per il futuro
L’Archivio è molto più di una collezione privata: è un laboratorio vivente della storia del design e della tecnologia. Gli oggetti raccolti non sono semplici cimeli, ma strumenti di ispirazione per i designer di oggi e di domani.
In un’epoca in cui la produzione industriale tende all’uniformità e alla standardizzazione, il valore di questi oggetti risiede proprio nella loro capacità di raccontare la diversità delle idee progettuali, l’audacia estetica, la sperimentazione formale e tecnologica che ha caratterizzato il Novecento. L’Archivio è diventato così un luogo di studio e confronto, dove studenti di design e ingegneria possono toccare con mano la storia e trarre nuove idee per il futuro.
Roma: la casa dell’Archivio
Non poteva esserci luogo più suggestivo di Roma per ospitare un archivio così particolare. La città eterna, con la sua stratificazione di epoche e stili, è il contesto ideale per questo scrigno del Novecento tecnologico. Il nostro Archivio si inserisce perfettamente in questa cornice, contribuendo a raccontare un pezzo meno noto della storia del design italiano e internazionale.
Roma, così abituata a conservare la classicità dei suoi monumenti, qui custodisce anche la memoria più recente, quella del design industriale che ha accompagnato l’evoluzione della vita quotidiana di milioni di persone.
La responsabilità della conservazione
Il lavoro di conservazione non è solo tecnico: è una responsabilità culturale. Ogni giorno nell’Archivio Stanzione si rinnova l’impegno a preservare questi oggetti in maniera filologica, mantenendo intatto il loro valore storico e simbolico.
Ogni apparecchio restaurato, ogni vinile catalogato, ogni documento archiviato diventa un tassello che arricchisce il mosaico della nostra memoria collettiva. In un mondo che corre verso l’obsolescenza programmata e la smaterializzazione digitale, il nostro Archivio ci ricorda l’importanza del contatto fisico con gli oggetti, della cura per i dettagli, della bellezza del design pensato per durare.
Un futuro in continua evoluzione
Archivio Stanzione non è un museo statico, ma un organismo in continua trasformazione. Nuovi pezzi vengono acquisiti, restaurati e studiati. Collaborazioni con istituti di design, mostre temporanee, progetti di ricerca e workshop fanno parte delle attività che animano questo luogo, a giugno 2025 abbiamo realizzato un pop-up a via della frezza nel quale abbiamo riportato a roma il design space age, unendo sempre di piu’ la nostra community.
Il nostro obiettivo è quello di continuare a essere una fonte di ispirazione e di conoscenza, un ponte tra passato e futuro, tra memoria e innovazione. Perché, come amava ripetere mio nonno Aniello Stanzione, “conoscere il passato è il primo passo per progettare il futuro”.
Conclusione
L’Archivio Stanzione rappresenta un unicum nel panorama italiano: un viaggio straordinario nella storia del design e della tecnologia, nato dalla passione di mio nonno e cresciuto fino a diventare un patrimonio collettivo. Un luogo che ci insegna che ogni oggetto ha un’anima, e che anche la tecnologia più quotidiana può diventare arte, memoria e ispirazione.
A Roma, nel cuore della città eterna, il tempo continua a vivere.