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LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO MADE IN ITALIA VINILICO 33 GIRI Dopo il successo di “Cenerentola”, il film Disney andato in onda sulla Rete Ammiraglia martedì 7 dicembre, Rai1 propone domenica 26 dicembre - ancora una volta alle 21.30 - un altro capolavoro della Disney: “La Bella Addormentata nel Bosco”. Anche questo film, al suo primo passaggio assoluto “free” in televisione per l’ Italia, sarà trasmesso in alta definizione. “La Bella Addormentata nel Bosco” è una favola che ha inizio con un “Tanto tempo fa” e che da anni resiste con immutato fascino, suscitando nel pubblico di tutto il mondo, le medesime emozioni per la bellezza del suo racconto, gli aspetti romantici e l’atmosfera onirica.Ispirato alla celebre fiaba “La Belle au Bois Dormant” scritta da Charles Perrault nel 1697, il lungometraggio animato Disney racconta della principessa Aurora, perseguitata dall’incantesimo della strega Malefica. A questo sortilegio, la fanciulla tenta di sfuggire nascondendosi nel bosco e aiutata da tre buffe fate dall’animo gentile, Flora, Fauna e Serenella. Ma Aurora al suo sedicesimo compleanno si pungerà con un arcolaio, precipitando in un sonno profondo, dal quale la fanciulla potrà essere destata solo dal bacio d’amore del principe Filippo, suo futuro marito, che ucciderà la strega spezzando l’incantesimo, in uno dei migliori “e vissero felici e contenti” che ognuno, grande e piccolo, possa ricordare.La lavorazione di un sognoLa realizzazione de “La bella addormentata nel bosco” ha rappresentato un momento importante e significativo per gli Studios Disney. Fortissimamente voluta dallo stesso Walt, che fin dal 1950 affidò la stesura del soggetto ad un gruppo di autori formato da Ted Sears, Winston Hibler e Bill Peet, la lavorazione del lungometraggio animato fu più volte interrotta e accumulò grandi ritardi. Solo nel dicembre del 1956, Walt Disney riprese in mano il progetto accelerandone la produzione e radunando i migliori uomini e le migliori risorse dell’epoca.“La bella addormentata nel bosco”, debuttò nei cinema tre anni dopo, nel gennaio del 1959, lasciando il pubblico entusiasta dopo nove lunghi anni di attesa.Il segreto del successo della trasposizione di una favola così universalmente nota, dalla quale il pubblico non poteva aspettarsi grandi sconvolgimenti della trama, costituisce una peculiarità della Disney e sta nella volontà del grande Walt di rileggere in modo assolutamente originale ogni elemento contenuto nel racconto di Perrault.Mentre per la rappresentazione di Aurora e Filippo, Walt Disney aveva chiesto ai suoi animatori il massimo realismo possibile (la figura del principe Filippo fu modellata sul volto del famoso attore dell’epoca Ed Kemmer), per dare vita alle tre fate i due animatori Frank Thomas e Ollie Johnston iniziarono a studiare e a frequentare zie e signore anziane, alla ricerca di spunti comici ed esilaranti da aggiungere alla storia. Il look appropriato delle fate maldestre fu invece ispirato da antiche stampe tedesche e scandinave. Così, come per magia, le tre fate presero forma: da subito a Flora fu attribuito il ruolo di leader, mentre Fauna e Serenella di semplici “gregarie”. Le tre esilaranti fatine conquistarono subito il cuore di tutti per il loro aspetto trasandato e la simpatia contagiosa.La colonna sonoraUna favola a colori che si proponeva di unire romanticismo e divertimento, doveva essere accompagnata da una colonna sonora appropriata, in grado di esaltare al massimo la bellezza delle immagini.Un' impresa non facile portata a termine con grande abilità e talento da George Bruns che lavorò per tre anni sulle musiche originali di Ciaikovski composte nel 1889 per il balletto “La bella Addormentata”.Il compositore aveva subito individuato nell’opera di Ciaikovski una ricchezza di melodie in grado di soddisfare pienamente le necessità musicali della narrazione. Successivamente i parolieri Sammy Fain e Jack Lawrence trasformarono il valzer originale nella canzone “Una volta in sogno”, mentre per le altre scene furono composte, sempre seguendo la partitura dell’opera, “Viva la Regina”, “Chissà” e “Fata d’Argento”.Scenografie e coloriDal punto di vista scenografico e stilistico “La Bella Addormentata nel Bosco” è un’opera curatissima dove il talento di molti disegnatori si esprime ai massimi livelli, primo tra tutti Eyvind Earle, ex illustratore commerciale di successo. Earle trovò ispirazione nell’arte francese, tedesca e italiana pre-rinascimentale, attraverso l’analisi delle opere di Albrecht, Pieter e Botticelli. Furono realizzati in cinque anni di lavoro decine e decine di fondali dipinti a tempera, alcuni lunghi anche fino a cinque metri, tutti molto dettagliati e raffiguranti foreste, valli e castelli medievali. E il prezioso lavoro di Erale contribuì in modo fondamentale a conferire alla favola la bellezza e l’eleganza di un’unica opera d’arte.